Sebastiano Nata vincitore del Premio "Paolo Volponi" 2010

29 Settembre 2010
La Giuria tecnica del Premio "Paolo Volponi", composta da Enrico Capodaglio, Angelo Ferracuti, Massimo Raffaeli ed Emanuele Zinato, ha inserito Il valore dei giorni di Sebastiano Nata nella terzina dei vincitori.
La premiazione e la designazione del libro Super-vincitore si terrà presso il Teatro delle Api di Porto San'Elpidio (FM) sabato 27 novembre, con inizio alle ore 21,00, alla presenza di Giovanna Zucconi, che condurrà la serata, letture volponiane di Neri Marcorè, e intermezzi musicali del sassofonista Massimo Mazzoni.

La motivazione
Se ne Il valore dei giorni l’intenzione era anche quella di umanizzare l’uomo grigio del management per disumanizzarne il sistema, l’operazione è perfettamente riuscita. Anche se questa volta Nata fa un affondo diverso. Contrariamente ai suoi altri libri, dove l’autobiografico protagonista comunque viveva la doppia condizione di fascino e miseria, qui lo strappo esistenziale avviene come un tradimento. L’inetto camaleontico che ha sempre navigato a vista e galleggiato in azienda, durante una riunione scopre i nervi scoperti della sua umanità e si ribella a una nuova cannibalesca ristrutturazione. Pensando ai tagli di teste gli viene in mente una cosa agghiacciante: ‟le leggi razziali, l’esame effettuato dai medici nazisti all’ingresso dei campi di concentramento per stabilire chi era abile al lavoro e chi no.” Con questo nuovo romanzo, dove i valori umani, quelli veri, prendono a cazzotti quelli numerici e spietati del profitto, Sebastiano Nata riesce con rara capacità, e con una scrittura abilmente misurata, senza sbalzi e volazzi, stilisticamente esatta, a raccontare questi nostri anni bui dove il danaro e le merci fanno il destino di ogni vita. E dove ‟non ci sono più personaggi perché nessuno agisce come tale, nessuno ha un proprio copione. L’unico personaggio, è banale dirlo, è il potere”, come scrisse Paolo Volponi.

Il libro
Marco ha fatto carriera in una multinazionale, organizza le sue giornate secondo le esigenze del lavoro, gira l’Europa e non ha nessuna intimità con se stesso. Suo fratello Domenico è fermo a Porto San Giorgio, dove gestisce un negozio di infissi, e cerca tenerezza in una relazione con una giovane donna. I loro incontri non sono facili, ciascuno coglie nell’altro l’immagine distorta di sé, un’ipotesi mancata della propria esistenza.
Ma all’improvviso la morte spariglia le carte. Nell’atmosfera provinciale di Porto San Giorgio, Marco conquista attraverso il dolore un nuovo sguardo, è preda di una malia che lo attira verso il piccolo mondo del fratello, fino a scoprire che le loro anime sono più vicine di quanto pensasse. Da quella cittadina di mare, distante dal suo universo di soldi e potere, anche le leggi del capitalismo, anche l’incombere della crisi finanziaria, gli appaiono in una luce più chiara.
È solo un’illusione prospettica? C’è davvero la possibilità di cambiare, di vivere una vita più libera?

La critica su Sebastiano Nata
Nessuno come Sebastiano Nata sa raccontare i pensieri e i sentimenti del denaro.
Marco Lodoli

A Nata piace portare il lettore al confine tra luce e ombra, tra l’evidenza della ‘macchina mondiale’ e la complessità che oscuramente lega gli attori della commedia umana.
Claudio Piersanti

Quelli di Nata sono libri che non lasciano indifferenti, che scuotono la coscienza, che ci obbligano a porci interrogativi cruciali sul nostro stare al mondo
Andrea Carraro,” Stilos”

Nata dà vita a un ideale affresco popolar-produttivo dei nostri anni: dai muratori di Pratolini agli operai di Volponi, Arpino, Ottieri e Belpoliti siamo approdati al mediatore del potere d’acquisto, che stipula affari internazionali allo scopo di vendere carte di credito.
Sergio Pent, ‟Tuttolibri”

Nata in questo nuovo romanzo porta il duro realismo della scrittura verso un modello che è riferibile alla grande letteratura francese dei Green, dei Mauriac e dei Bernanos.
Fulvio Panzeri, ‟Avvenire”

Mentre ero via porta a maturazione temi che a ragione possono considerarsi elementi costitutivi della fisionomia letteraria di Nata, narratore dalla coscienza tormentata e indagatore delle sue zone d’ombra
Generoso Picone, ‟Il Mattino di Napoli”

Nata, nel suo saper trattare e rappresentare l’intimità della classe borghese, mostra un legame palpabile e grato col ‘900 moraviano, aspro e terso. Una simile connotazione, anzi, spinge il sottoscritto (suo coetaneo) alla commozione e alla riconoscenza verso il quasi cinquantenne scrittore.
Enzo Di Mauro, ‟Carnet”

Il valore dei giorni di Sebastiano Nata

Marco ha fatto carriera in una multinazionale, organizza le sue giornate secondo le esigenze del lavoro, gira l’Europa e non ha nessuna intimità con se stesso. Suo fratello Domenico è fermo a Porto San Giorgio, dove gestisce un negozio di infissi, e cerca tenerezza in una relazione con una giovane …