Nel 1924, a Manhattan, la luce sfolgorante della modernità sembra travolgere ogni cosa. Negli speakeasy, i locali sorti in barba al proibizionismo, l’alcol scorre a fiumi, feste e balli si susseguono senza sosta, e il desiderio di un’esistenza piena, priva di pregiudizi e divieti, alimenta non soltanto gli incontri occasionali, ma anche la vita coniugale delle giovani coppie, come quella di Patricia e Peter. Si sono conosciuti che Peter ordinava whisky e soda doppi perché durassero tutto il pomeriggio e Patricia si abituasse a bere. Si sono sposati promettendosi di rispettare il “principio della sincerità reciproca”, poiché, nell’età del jazz e della vita vissuta, “la gelosia era fuori moda”.
Quando Patricia riesce a ottenere un impiego di copywriter e Peter un aumento di stipendio, i soldi per fermarsi a bere prima di rientrare a casa trasformano le promesse in realtà. Complici il gin fizz e una conversazione su John Galsworthy, H.G. Wells e Arnold Bennett, l’avventura di una notte appronta l’irreparabile per Patricia. L’ombra della gelosia spegne la luce sfolgorante della modernità e della vita libera ai suoi occhi. Peter l’abbandona, e lei si ritrova sola, sconvolta e malata d’amore, costretta a ricominciare daccapo in un ruolo inusitato e arduo nella società del tempo: non più come una giovane donna single, ma come una ex wife, una ex moglie.
Apparso con enorme successo, e grande scandalo, per la prima volta nel 1929, Ex wife ci immerge non soltanto nell’“era dell’avventura di una notte”, ma in un’epoca, non dissimile dalla nostra, in cui alle donne è dato percorrere unicamente per vie impervie la strada dell’emancipazione.
“È finita,” pensai. “Perché non piango, perché non faccio qualcosa?”
“Una Manhattan romantica, sfavillante, ad alto tasso alcolico, sessualmente promiscua e turbolenta… Come se Dorothy Parker, Noël Coward e Oscar Wilde si fossero dati la mano nell’esaminare la guerra tra i sessi nell’era post-vittoriana…”
Joyce Carol Oates, The New York Review of Books
“Il frutto di un talento spudorato… irresistibile per la sorprendente freschezza della sua prosa… per la notevole libertà erotica e la toccante descrizione dell’amicizia tra donne.”
Alexandra Jacobs, The New York Times
“Ex wife è un libro disperato e sincero, una ‘tragedia minore del proibizionismo’ come dice Pat, cercando una chiosa brillante per parlare della fine del suo matrimonio. Una tragedia piena di momenti esilaranti, che nel profondo ha la cupezza di un dolore senza scampo.” Veronica Raimo Traduzione dall’inglese di Federica Oddera Con una prefazione di Veronica Raimo