Questo libro è un’introduzione al pensiero di Georges Bataille che si muove per traiettorie. Ogni volta che parliamo di Bataille tentiamo di fare ordine raggruppando il suo lavoro per grandi temi, un’operazione che sfocia necessariamente nell’irritazione e nella “frustrazione”. Gli scritti di Bataille sono decisamente ostili alla periodizzazione: se i suoi temi variano e si scandiscono piuttosto sequenzialmente nel corso dei vari libri, la loro tendenza sotterranea rimane quella della stratificazione e della riscrittura. Bataille si ritrovava spesso ad ammucchiare centinaia di pagine di progetti, scalette di libri e bozze preparatorie che finivano di frequente per essere abbandonati, pubblicati postumi, distrutti, o che vedevano la luce profondamente rimaneggiati. A partire da temi e sequenze note – l’occhio, l’immagine, l’esperienza interiore, il dispendio, l’erotismo, la rivoluzione – Gioele Cima ci guida lungo la decostruzione della loro materia filosofica, esponendone le intersezioni e le sovrapposizioni con altri concetti, ma smussando la loro durezza attraverso incursioni e tensioni più silenziose e distanti dalla compattezza concettuale. La violenza, intesa come il perpetuo movimento di agitazione che corrode la stabilità del tutto, sarà la sola bussola di questa avventura.
Bataille ha scompaginato e riannodato le inquietudini e le incertezze del suo secolo.