Campi, filari di alberi e strade provinciali, qualche fabbrica abbandonata e un pugno di fattorie abitate dai pochi agricoltori che hanno deciso di non cedere alle sirene del posto in banca in città.
In uno di questi borghi – due case, più una terza in vendita, e una stalla – abitano Patrice e Marion con la figlia Ida e, accanto, una pittrice, Christine – aria eccentrica, capelli rosso fiamma e tutto l’anticonformismo della parigina trasferita in campagna.
In questo micromondo irrompe un bel giorno non soltanto un terzetto di personaggi inquietanti, ma il passato di Marion. È il suo compleanno e il marito e la figlia le organizzano una cena a sorpresa. Ma la festa non si farà, l’arrivo prima di Christophe, poi di Tartaglia e infine di Denis, manderà all’aria i programmi in un crescendo di tensione e terrore degni, con il procedere della storia, di un vero thriller. Ci saranno sangue e colpi di pistola, e un finale in cui tutti saranno un po’ colpevoli e un po’ vittime, ma senz’altro protagonisti di una sorta di terribile catarsi.
Strano e meraviglioso: un thriller al rallentatore.