Un nucleo familiare chiuso in se stesso. La noia, l'attesa, la palude esistenziale. Poi, un delitto, una morte. E la vita torna a scavare. Il secondo romanzo di Marguerite Duras, scritto nel 1944 e rivisto nel 1972, è ambientato in una proprietà agricola sperduta nella campagna francese. Protagonista ne è la giovane Francou, vittima di una profonda noia esistenziale, alla quale sente di poter sfuggire solo mediante l'amore. L'amore, da un lato, è quello che la getta fra le braccia di Thiène e, dall'altro, quello impossibile che nutre per il fratello Nicolas. I personaggi sono tutti murati in se stessi, invischiati in situazioni irrisolte e votati ad affetti irrealizzabili, in una cupa e opprimente atmosfera provinciale, dove covano nascosti drammi segreti e passioni violente. A fungere da elemento di rottura e svolta sarà allora un delitto, quello con cui il racconto ha inizio, che spezzerà questo soffocante senso di paralisi. E sarà una promessa di "Vita tranquilla".