“Non c’è nemmeno un libro, con una vera storia, con una storia vera. Non c’è niente.”
Scritto a settantun anni, L’orologio astronomico è la terza incursione nel mondo del romanzo da parte di Edoardo Sanguineti, che si dà cinquanta brevi “fogli” per raccontare una vicenda che comincia come un’improbabile storia d’amore. E., un vecchio, conosce A., una “Scorpioncina” di cui si invaghisce subito. Ma l’autore usa la cornice di questa passione per esplorare i limiti della narrazione, e nelle pagine inanella lettere, racconti, ricordi e frammenti, tutti scritti rimarcando un “io” narratore e un “tu” lettore. Svelando e contraddicendo il processo costruttivo del romanzo, Sanguineti rivendica l’infinito moltiplicarsi delle storie umane e trasforma l’orologio astronomico di Strasburgo in un crocevia di corpi e destini, con un avvicendarsi di eventi che nasconde una riflessione attenta sul potere dei mezzi di comunicazione. Dagli stralci di giornale ai primi videogiochi, ogni forma mediatica ci chiama a diventare parte attiva di un gioco, quello della vita, che ha sì delle regole di partenza, ma diversi finali possibili. La scrittura torna quindi a essere ricerca: un modo per riappropriarsi di sé in un alternarsi di cancellazioni e ripensamenti che ricalca appieno la poetica sanguinetiana dell’”imparare bene come scrivere male”.