Se non fate i bravi vi portano nel Sybir. In era sovietica, per spaventare I bambini si diceva così. E non c'era bisogno di spiegare cosa fosse il Sybir, in lingua tartara la "terra addormentata", più realisticamente, nella cronaca di ogni giorno, il paese del nulla. Un'immagine vera, spaventosa. Ma non l'unica. Sotto la coltre di ghiaccio che per nove mesi l'anno ricopre una delle più grandi distese del mondo - quanto l'Europa, gli Stati Uniti e l'Alaska. messi insieme - batte un cuore forte, caldo come l'estate impetuo~a che scioglie il freddo e riporta la vita. Una terra che madre e figlia, a trentasette e sei anni, in compagnia di nove passegge- ri e una guida speciale, attraversano navigando lungo lo Enisej, da Krasnojarsk a Dudinka, passando per Enisejsk, Vorogovo, Komsa, Turukhansk, Igarka e Ust Port. Un viaggio dentro e fuori la storia, quella immensa della Russia e quella minima personale, unite dalla corrente di un fiume che, come un meridiano dell'anima, ha raccolto i protagonisti, le speranze e i drammi del popolo russo

Laura Leonelli
Laura Leonelli, giornalista, ha 39 anni. Scrive di viaggi per ‟Grazia” e ‟Panorama Travel”. Vive a Bergamo, insieme a sua figlia Giulia.
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Intervista a Laura Leonelli su Siberia per due. Con galleria fotografica
Per questo allora ha viaggiato con sua figlia Giulia, di sei anni? La sua fin
dal titolo infatti è una Siberia necessariamente per due.
Si, è così, la presenza di Giulia era "necessaria". Anzi di più, era la premessa indispensabile. Viaggiando così lontano da casa, in un mondo che si teme all’inizio inospitale, o di cui comunque non si sa quasi nulla, ecco per viaggiare in un "altrove" così forte bisogna sentirsi liberi. Nel senso che ogni pensiero deve essere dedicato solo all’esperienza del viaggio. Non si possono avere ansie, rimorsi, sguardi all’indietro. Testa, cuore, corpo, tutto deve essere in Siberia. E testa, cuore e corpo è mia figlia, e per questo, naturalmente, siamo partite insieme...
Si, è così, la presenza di Giulia era "necessaria". Anzi di più, era la premessa indispensabile. Viaggiando così lontano da casa, in un mondo che si teme all’inizio inospitale, o di cui comunque non si sa quasi nulla, ecco per viaggiare in un "altrove" così forte bisogna sentirsi liberi. Nel senso che ogni pensiero deve essere dedicato solo all’esperienza del viaggio. Non si possono avere ansie, rimorsi, sguardi all’indietro. Testa, cuore, corpo, tutto deve essere in Siberia. E testa, cuore e corpo è mia figlia, e per questo, naturalmente, siamo partite insieme...