
Andrea Panaccione presenta Stalin sconosciuto
Andrea Panaccione, storico e autore della postazione al libro dei fratelli Medvedev, risponde ad alcune domande su Stalin sconosciuto. Tra gli argomenti il ‟secondo stalinismo”, la leggenda dell’‟erede segreto”, i grandi filoni interpretativi su Stalin. Ascolta l’intervista.

Marco Archetti presenta Vent'anni che non dormo
L’arte di arrangiarsi si chiama Marco. Lui ha un olfatto formidabile, un nonno epico, una madre dolente, un padre che ha preso il volo, qualche lavoro senza futuro, pochi sogni e molta svagata fatica di vivere.
Marco Archetti presenta Vent'anni che non dormo in un'intervista con Alberto Rollo.

Marco Archetti, il fiuto dello scrittore
"Aspetti che salvo. Un attimo e sono da lei" . Marco Archetti è davanti al computer. Pesta sui tasti freneticamente, quando la nostra telefonata lo interrompe. Il bresciano, che ha esordito lo scorso anno con il romanzo Lola Motel, parteciperà a settembre al Festivaletteratura di Mantova, unico italiano nella sezione "Scritture giovani": sarà presentato con uno scrittore tedesco, un inglese e uno svedese. E parteciperà ai festival omologhi nei rispettivi Paesi. In questi giorni è in libreria Vent’anni che non dormo, il secondo romanzo di Archetti.

Attenti ai brogli. Intervista a Beppe Grillo
Basterebbe guardare i Simpson, siamo più o meno la stessa cosa di quella famiglia li... Beppe Grillo immagina di spiegare così la campagna elettorale a un marziano che arrivasse in Italia. A lui, dice ‟sembra di vivere dentro un incantesimo in cui abbiamo raggiunto il paradosso del moderato eversivo. L'eversione sta al centro e agli estremi c'è il buonsenso. Nell'estremismo di centro si candidano pregiudicati, inquisiti. Le leggi vengono fatte dai fuorilegge. I giudici vengono giudicati dagli avvocati. Non vorrei soffermarmi a parlare di questi morti e di questa politica che si è appiattita sul Nanetto. Il Nanetto ormai prende appunti quando parla lui. E allora bisogna inquadrare la questione da un punto di vista comportamentale. Non parliamo di persone, bisogna cambiare prospettiva. E chiamare i politici col loro nome. Sono dipendenti. E i cittadini i loro datori di lavoro”. Si assumono a tempo indeterminato. ‟Quando in realtà dovrebbero essere co. co. co. co. co. Meglio, assunti a progetto. Se non ce la fanno a realizzarlo, vanno a casa, fuori dalle balle”.