
Intervista a Isabel Allende: ‟Vi racconto il Cile tra favola e storia”
Non si può dire che in Il mio paese inventato, la scrittrice Isabel
Allende abbia abbandonato del tutto le mitologie per addentrarsi nella storia,
come farebbe supporre un´autobiografia. In ognuna delle pagine ritorna sulla
sua eccezionale famiglia, l´argomento che ha caratterizzato molti dei suoi
libri, sia i romanzi come La casa degli spiriti, sia il genere della
testimonianza, come Paula. Ritornano quelle parenti alate o con poteri
divinatori, e pochi sono gli avvenimenti comuni al resto dei cileni.
Allende è stata onesta nella scelta del titolo. Il mio paese inventato
non segue l´evoluzione del paese e di una famiglia segnati entrambi dalla
tragedia del presidente Salvador Allende, suo zio, deposto e ucciso dal colpo di
stato di Augusto Pinochet, nel 1973. In questo Cile da favola spiccano le
passioni tormentate e gli effetti collaterali del machismo. Ma ogni viaggiatore,
persona di passaggio o residente, conosce il rischio di confondere un paese con
un quartiere.

Giorgio Amitrano e Paul Auster: conversazioni con Banana Yoshimoto
Banana sembra a un passo dal lasciarsi andare e lanciarsi in una lunga chiacchierata. Così sembra, ma quando si avvicina al confine si ferma, senza mai attraversarlo. C'è però tanta grazia nel suo riserbo che sarebbe un peccato forzarla, insistere più del necessario. Banana parla di sé, spiega, ma non troppo, e il suo mistero resiste.

Federico Moccia presenta in video Tre metri sopra il cielo
"Le parole sono tutte lì, sospese per aria, senza un prezzo, senza una proprietà, sono di tutti, sono libere." Un libro di culto. Un microcosmo di vite arrabbiate che cerca di staccarsi da terra. Una grande storia d’amore, presentata finalmente in video dall'autore.

Intervista a Laura Leonelli su Siberia per due. Con galleria fotografica
Per questo allora ha viaggiato con sua figlia Giulia, di sei anni? La sua fin
dal titolo infatti è una Siberia necessariamente per due.
Si, è così, la presenza di Giulia era "necessaria". Anzi di più,
era la premessa indispensabile. Viaggiando così lontano da casa, in un mondo
che si teme all’inizio inospitale, o di cui comunque non si sa quasi nulla,
ecco per viaggiare in un "altrove" così forte bisogna sentirsi
liberi. Nel senso che ogni pensiero deve essere dedicato solo all’esperienza
del viaggio. Non si possono avere ansie, rimorsi, sguardi all’indietro. Testa,
cuore, corpo, tutto deve essere in Siberia. E testa, cuore e corpo è mia
figlia, e per questo, naturalmente, siamo partite insieme...