
Interviste a Enrico Palandri su L'altra sera
Un romanzo di singolare intensità, che si misura con grande talento e sorprendente freschezza con i sentimenti e con la vita.
"I due protagonisti principali sono divorziati. Ma il loro resta un matrimonio, un nodo che non si scioglie. L'amore nel matrimonio è uno strano intreccio di passato e presente, nostalgia e lavoro..."
Intervista scritta al sito Feltrinelli e audio a Fahrenheit Radio3

Intervista a Pierre-Jean Luizard su La questione irachena
Questo libro offre le chiavi di lettura storiche e politiche per comprendere l’origine dei conflitti attuali riguardanti l’Iraq.

Baudelaire, I fiori del male: nuova edizione e intervista al traduttore
Dopo un lavoro più che ventennale, esce la nuova traduzione integrale de I
fiori del male di Charles Baudelaire ad opera di Antonio Prete,
intellettuale salentino, docente di letteratura comparata presso l’università
di Siena, coordinatore del dottorato di Comparatistica e traduzione letteraria,
critico, traduttore e prosatore. La nuova traduzione è condotta sul testo,
riportato a fronte, proposto da Claude Pichois nella leggendaria collana
francese della Pléiade di Gallimard, edito nel 1975 sulle importanti
valutazioni di Jacques Crépet e Georges Blin. Il canzoniere di Baudelaire
apparve una prima volta a Parigi nel 1857, guadagnandosi subito un atto di
sequestro e una condanna per oltraggio alla pubblica morale e decenza. Il clima,
e la giuria, era quello del processo al Flaubert di Madame Bovary. Il
testo, epurato, tornò in vendita, e poi, in seconda edizione, nel 1861, con l’architettura
voluta dall’autore, che morirà, quarantaseienne, nel 1867, diventando
immediatamente un mito per la generazione dei "maledetti" e per la
poesia contemporanea.
I fiori del male spalancano l’orizzonte contrastato della modernità e
brillano, insieme, della luce composta e conturbante del classico. Con
disponibilità, Prete ci conduce nelle pieghe ammalianti del suo Baudelaire.
Ascoltiamolo.

Interviste a Ippolita Avalli su Nascere non basta
"Vera Giovanna è un po' come un trapezista, se dovessi dire di lei rispetto a tutto quello che le succede... i capelloni, il rapporto torbido con il giovane di ottima famiglia della provincia italiana, il suo andare a Parigi, il rapporto con il padre..."
Le interviste al sito Feltrinelli e a Fahrenheit Radio3 (10 febbraio 2003).