Intervista a Jonathan Coe: Io, il mito di bogart e il ritorno della banda dei brocchi

Intervista a Jonathan Coe: Io, il mito di bogart e il ritorno della banda dei brocchi

Manuale per il maschio contemporaneo. Potrebbe essere il sottotitolo di Caro Bogart, il libro di Jonathan Coe: una biografia di Humphrey Bogart, l'interprete di Casablanca e "Il grande sonno", la maschera impassibile di un'indimenticabile stagione del cinema americano. Può sembrare una scelta insolita per il romanziere di La famiglia Winshaw e La banda dei brocchi. Nato a Birmingham nel '61, Coe è uno degli scrittori più affermati della sua generazione, capace di dare voce alle passioni, alle ansie, ai sogni dei giovani e meno giovani nell'Inghilterra (o meglio nell'Occidente) d'oggi. Cosa c'entra, dunque, con il duro Bogart, divo della Hollywood di mezzo secolo fa? Ebbene c'entra, come si scopre chiacchierando con l'autore in una Londra in cui è scoppiata all'improvviso, almeno per un giorno, la primavera.

Il giardino delle vergini giurate. Intervista a Elvira Dones

Il giardino delle vergini giurate. Intervista a Elvira Dones

"Secondo il Kanun, il codice dileggi dell’Albania del nord, una donna non aveva potere di decisione. Succedeva che in una famiglia di sole figli e un padre, per evitare che la proprietà si disperdesse alla sua morte, desse a una di loro il ruolo di maschio. Da quel momento la ragazza si vestiva da uomo..."

La mia Berlino ancora divisa nel cuore dei Berlinesi. Intervista a Ingo Schulze

La mia Berlino ancora divisa nel cuore dei Berlinesi. Intervista a Ingo Schulze

Nato e cresciuto nell’est, nei suoi racconti e nei suoi romanzi Schulze illustra la difficoltà quotidiana della transizione dall’est socialista all’ovest globalizzato. Le sue storie di vita quotidiane, semplici e drammatiche, danno voce a milioni di tedeschi che nel novembre dell’89 videro stravolte le loro vite.
Il passaggio da una società socialista a quella capitalista ha creato un trauma nella sua generazione. Rapidamente tutto è cambiato, ‟prima il confronto tra gli intellettuali giaceva nelle parole, dopo la caduta del muro si è trasformato in un problema di numeri”, spiega dal suo appartamento all’ultimo piano di un edificio del quartiere berlinese di Prenzlauer Berg, a est.
Questo trauma si manifesta con tutta la sua ferocia in un momento di crisi economica come quello attuale: ‟C’è paura, di perdere il lavoro, di perdere il denaro. C’è concorrenza. Se a 50 anni perdi il lavoro è molto difficile trovarne uno nuovo… Tutte queste cose non esistevano prima, nell’est. Ma c’erano naturalmente altre paure”.
Il nome di Ingo Schulze è stato in qualche occasione accostato al concetto di ‟Ostalgia”, un termine che si usa ora in Germania per descrivere la nostalgia dell’est (Ost in tedesco), un male che colpisce molti. Schulze rifiuta questa definizione. ‟Credo che l’Ostalgia sia un concetto inventato dalla televisione, non conosco nessuno che desideri veramente tornale alla Ddr (la Germania socialista, ndr). (…) Peró non posso dire di aver sempre sofferto dietro a quel muro”.

L’immigrazione e il razzismo in Italia come non erano stati mai raccontati. Piersandro Pallavicini presenta African inferno

L’immigrazione e il razzismo in Italia come non erano stati mai raccontati. Piersandro Pallavicini presenta African inferno

‟Dimmelo un po’: quanti negri hai abbracciato sperando che non andassero via? E a quanti hai detto di sparire dalla tua vita? Dimmelo: quanti negri hai sulla tua lista dei regali di Natale?”

L’amicizia fraterna con il giovane congolese Joyce ha messo in crisi il matrimonio di Sandro e ha innescato una ingovernabile spirale di eventi incontrollabili che ha fatto di Sandro un escluso…
L’immigrazione e il razzismo in Italia come non erano stati ancora raccontati nel nuovo romanzo di Piersandro Pallavicini.