Daniel Pennac: "Cerco nuovo pubblico per Bartleby. Venite a teatro e ve lo leggerò"
In una piccola sala parigina, tutte le sere, il popolare scrittore legge Bartleby lo scrivano, il racconto-capolavoro di Melville: ‟Questo è un testo che amo e mi abita da sempre, vorrei farlo conoscere a più gente possibile. Se il pubblico verrà, andrò avanti fino a maggio…Se vedo qualcuno che dorme cerco di non svegliarlo, lo capisco: arrivano tutti trafelati dopo il lavoro. Non sono contro l’addormentarsi a teatro… Presto tornerò alla scrittura. E’ la mia seconda volta da attore, ma non ci sarà una terza".
Me and you, and Miranda. Intervista a Miranda July
"Mi piace il mio odore e quello del mio ragazzo. A volte mi eccita anche sentire l’odore del sudore di uno sconosciuto, è così personale, è come se appartenesse alle persone che amano quello sconosciuto, non a me."
Scrivo libri, film, ma vorrei disegnare scarpe. Intervista a Miranda July
"Ultimamente riesco a scrivere solo in una sedia arancione in cui mi raggomitolo tutta, con il computer in grembo. Mi rendo conto però che non potrò continuare a lungo."
Intervista a Jonathan Coe: Io, il mito di bogart e il ritorno della banda dei brocchi
Manuale per il maschio contemporaneo. Potrebbe essere il sottotitolo di Caro Bogart, il libro di Jonathan Coe: una biografia di Humphrey Bogart, l'interprete di Casablanca e "Il grande sonno", la maschera impassibile di un'indimenticabile stagione del cinema americano. Può sembrare una scelta insolita per il romanziere di La famiglia Winshaw e La banda dei brocchi. Nato a Birmingham nel '61, Coe è uno degli scrittori più affermati della sua generazione, capace di dare voce alle passioni, alle ansie, ai sogni dei giovani e meno giovani nell'Inghilterra (o meglio nell'Occidente) d'oggi. Cosa c'entra, dunque, con il duro Bogart, divo della Hollywood di mezzo secolo fa? Ebbene c'entra, come si scopre chiacchierando con l'autore in una Londra in cui è scoppiata all'improvviso, almeno per un giorno, la primavera.