Le opere di Oz tra esilio e immigrazione

Le opere di Oz tra esilio e immigrazione

‟Israele è un Paese di immigrati. Gli israeliani scherzano su questo argomento. C'è una barzelletta che dice: qual è la definizione di ‘nuovo immigrato’? È una persona che il primo anno si lamenta del governo che non fa mai abbastanza per integrare gli immigrati; il secondo si lamenta che gli autoctoni non sono gentili come dovrebbero e il terzo anno se la prende con gli immigrati appena arrivati perché ricevono troppe attenzioni. Ecco, questo è Israele.”

Voglio essere una donna. Intervista ad Amos Oz

Voglio essere una donna. Intervista ad Amos Oz

Oz, nonostante i segni degli anni ancora bellissimo e affascinante come ai tempi di Michael mio (era il 1968), mi apre personalmente la porta di casa, una villetta a schiera color zafferano di una sobrietà disarmante, circondata da un fazzoletto di giardino in cui miagola un gatto nero con gli occhi gialli, e mi accompagna nel suo studio...

C’è un Israele della Cnn diverso dal paese della vita quotidiana. Intervista ad Amos Oz

C’è un Israele della Cnn diverso dal paese della vita quotidiana. Intervista ad Amos Oz

‟Ogni mio romanzo inizia con delle voci e non so da dove vengano perché i miei personaggi non sono mai creati da modelli reali. Avevo un vicino che diceva che ogni volta che passava davanti alla finestra del mio studio si ravviava i capelli, mettendosi a tiro per entrare nel romanzo. Non so da dove vengano le voci. Restano voci a lungo, non sapevo nulla di Theo e Noa, però sentivo un uomo stanco del mondo e una donna mercuriale e amante dei cambiamenti. Discutevo con loro, gli dicevo ‟andatevene da un altro scrittore”, ma insistevano a restare lì...”

Tra luci e notti del deserto. Intervista ad Amos Oz

Tra luci e notti del deserto. Intervista ad Amos Oz

‟Devo confessarle che non credo di riuscire a influire molto sui processi in atto. Le dinamiche tramite le quali si arriva a condizionare non solo le istituzioni, ma anche la mentalità delle persone, sono davvero misteriose. Non mi risulta che chi legge i miei saggi abbia mai cambiato la propria opinione. Non mi è ancora successo che qualcuno, fermandomi per strada, mi abbia detto: ‘Signor Oz, ho cambiato parere leggendo il suo libro’.”