Tra luci e notti del deserto. Intervista ad Amos Oz
‟Devo confessarle che non credo di riuscire a influire molto sui processi in atto. Le dinamiche tramite le quali si arriva a condizionare non solo le istituzioni, ma anche la mentalità delle persone, sono davvero misteriose. Non mi risulta che chi legge i miei saggi abbia mai cambiato la propria opinione. Non mi è ancora successo che qualcuno, fermandomi per strada, mi abbia detto: Signor Oz, ho cambiato parere leggendo il suo libro’.”
Voglio essere una donna. Intervista ad Amos Oz
Oz, nonostante i segni degli anni ancora bellissimo e affascinante come ai tempi di Michael mio (era il 1968), mi apre personalmente la porta di casa, una villetta a schiera color zafferano di una sobrietà disarmante, circondata da un fazzoletto di giardino in cui miagola un gatto nero con gli occhi gialli, e mi accompagna nel suo studio...
Notte nel deserto. Intervista ad Amos Oz
‟[...] Il deserto è l’eterno contro il passeggero. E qui le nostre parole quotidiane assumono un altro senso, o forse lo perdono del tutto. Il deserto permette di fare quell’esperienza che Freud chiamava 'il sentimento cosmico'. Il deserto, infatti, è l’epifania dell’uno e assoluto. Il deserto è monoteista non pagano.”
In fuga da Gerusalemme. Intervista ad Amos Oz
‟Negli ultimi 20 anni la società israeliana è diventata molto meno ideologizzata. È sufficiente stare seduti in un bar e ascoltare i discorsi della gente: si parla solo di soldi. Niente Gaza, niente Iran. È una deriva egoistica, ma comunque preferibile all’altruismo dei fanatici, che vogliono cambiarti, farti rinsavire. Salvo poi ammazzarti se non raggiungono il loro scopo.”