Michele Serra: L'amaca di sabato 17 giugno 2006

19 Giugno 2006
La questione degli intellettuali, ma direi la questione della cultura umana nel suo complesso, è stata definitivamente risolta nella mattinata di ieri, a pagina 43 del ‟Corriere della sera”, dallo storico Piero Melograni. Con il valido ausilio del suo intervistatore Fertilio, il professor Melograni in pochissime righe dapprima liquida (da Ladispoli?) l’asse Francoforte-Parigi, spiegandoci che gente come Adorno o Barthes "a forza di voler sembrare intelligenti hanno finito col dire un sacco di stupidaggini". Frase rozza e immotivata: ma sicuramente usata apposta dal Melograni per dissuaderci dal considerarlo un intellettuale. Due righe sotto Melograni ci rammenta che "l’unica cosa che conta è l’esperienza diretta della vita, il resto è solo libresco e fuorviante", lasciando intendere che l’incendio della Biblioteca di Alessandria fu un evento lietissimo per l’umanità. Infine, si compiace perché "da quando si è imposto il potere della televisione, questi mosti sacri (gli intellettuali, ndr) sono stati ridimensionati". Non ha aggiunto, il Melograni, se è favorevole all’uso della scrittura o preferisce il linguaggio dei gesti. Oppure lo ha detto, ma il giornalista Fertilio ha preferito rimandare questa riflessione alla prossima puntata per non appesantire un’intervista già troppo densa.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…