Michele Serra: L’amaca di martedì 22 agosto 2006

28 Agosto 2006
Dipenderà, forse, dalla malizia dei giornalisti presenti al meeting di Rimini: ma che spasso leggere le reazioni spaesate degli imprenditori ciellini di fronte agli ammonimenti del Papa contro gli eccessi del lavoro. Il laborioso e cattolicissimo ceto medio padano che dà corpo e anima alla Compagnie delle Opere non ha sicuramente, tra i suoi meriti, quello di essersi fatto qualche domanda sul modello di sviluppo che ha portato il Nord a intronarsi di lavoro, però corrompendo il territorio, nevrotizzando le abitudini, nutrendo l’egoismo sociale e spesso incattivendo gli animi. Almeno in questo la buona vecchia tradizione socialista aveva, nei suoi cromosomi, qualche sano antidoto al Mito del Lavoro. Per uno Stalin che inseguiva il miraggio del primato produttivo sovietico, e inventò il triste santino di Stakanov, bestia di fabbrica, ci sono mille esempi di sana e saggia critica del lavoro come venefica ossessione delle società capitaliste. Elogi dell’ozio (Paul Lafargue) e lotte per la riduzione dell’orario («se otto ore vi sembran poche... »). Incrociare le braccia. Bloccare la macchina quando la macchina stritola. Che la macchina possa stritolare anche i padroni, è un pensiero ancora troppo avanzato perché se ne parli a Rimini. Sarà per il prossimo secolo. A stritolamento già avvenuto.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…