Michele Serra: L’amaca di mercoledì 27 settembre 2006

27 Settembre 2006
Facendo zapping nel pittoresco bazar dei canali satellitari, mi sono imbattuto in una notevole frattaglia della "Festa Azzurra" di Napoli, in onda su un canale molto locale. Forse perché il regista non era cauto e bene addestrato come quelli di Retequattro, Berlusconi vi appariva mesto, forse addirittura scocciato. A differenza delle gloriose convention nelle quali lui parla, circonfuso di celeste, e gli altri ascoltano adoranti, qui il cerimoniale prevedeva, sopra un palco anonimo, da Festa dell’Unità, alcuni oratori del luogo, che dividevano il palco con il Capo senza alcuna cura di elevarlo, simbolicamente e non, in un sito più sommitale, tipo pulpito o trono.
L’inquadratura, dunque, prevedeva spesso l’oratore di turno in primo piano, e in secondo piano Berlusconi che lo osservava cercando disperatamente (pover’uomo) di recitare interesse e assenso. In realtà, semiappisolato, e sicuramente intento a rimuginare perché diavolo gli toccasse reggere quello strazio. Tornavano in mente le sue antiche maledizioni sul "teatrino della politica". Forse presagiva che un giorno non solo ci sarebbe salito pure lui, su quelle quattro assi malagevoli. Ma in compagnia, per giunta, del coordinatore Zappullo e del consigliere comunale Ciccillo. (I nomi sono di fantasia. Non ho fatto in tempo a prendere appunti perché mi sono addormentato quasi subito).

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…