Michele Serra: L'amaca di mercoledì 3 gennaio 2007

03 Gennaio 2007
Il puntiglio contabile con il quale si onorano i caduti americani in Iraq (siamo arrivati a tremila) è civilissimo, perché restituisce a ogni soldato, a ogni famiglia, dignità individuale e memoria pubblica. Ma rischia l’impopolarità a fronte del mezzo milione di morti iracheni (stima approssimativa) che, dal punto di vista mediatico, giacciono in una smisurata e anonima fossa comune. Giganteggia la sproporzione paurosa del numero delle vittime, che ad occhi arabi deve risultare odiosa: tanto odiosa quanto un cordoglio globale che divide le vittime in protagonisti e comparse.
Protagonisti archiviati in bell’ordine, con nomi, cognomi, servizi televisivi e celebrazioni di vario ordine e grado: i caduti occidentali, ciascuno dei quali merita, in sé, almeno un piccolo titolo di giornale. Comparse di una scena di massa tutti gli altri morti, come nei film di Tarzan dove i selvaggi cadono a torme, come birilli, senza un primo piano, perché la loro fisionomia non è individuale, non è umana: è la fisionomia del branco. Come definire lo sguardo occidentale su quei vivi, e quei morti, se non razzista?

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…