Michele Serra: L'amaca di mercoledì 14 marzo 2007

14 Febbraio 2007
Benvenuto a Gianfranco Fini nella "deriva del relativismo" (parole di Francesco Storace), nella quale ci troviamo in parecchi e tutto sommato non ce la passiamo male. Pur essendo inguaribilmente di sinistra (dev’essere una tara genetica mia personale, perché nacqui in una famiglia di destra), l’idea che in Italia provi a prendere corpo una destra di chiara fede repubblicana, e dunque pluralista, e dunque garante anche dei diritti e delle libertà, mi pare un’eccellente notizia.
Perché si ha un bel dire che la sinistra è malridotta. Si sfonda una porta aperta. Ma la destra? Com’è ridotta la destra? Tra il populismo aziendalista di Berlusconi, le orride ossessioni etniche della Lega, le decrepite manfrine assistenziali dei "centristi", si cerca e non si trova traccia di quella Cosa Borghese che fu la destra dei nostri padri: legalitaria, austera, liberale, relativamente tollerante (almeno in rapporto all’epoca). Il nostro paese è così improvvido, e insieme così fantasioso, che tocca al capo dei post-fascisti cercare di ridare senso a una parola - destra - che è stata sovente solo un alibi per fregare gli elettori moderati, o il puro sbocco degli umori reazionari. Destra di pancia, urge una destra di testa.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…