Michele Serra: L'amaca di martedì 6 marzo 2007

06 Marzo 2007
Invariabilmente, quando Marcello Pera avverte che "la nostra cultura rischia di estinguersi", sono tentato di simpatizzare per l’estinzione. Per diversi motivi. Il primo dei quali, e forse il maggiore, è che "la nostra cultura" come la intende Pera, così affannosamente piena di sé, così rumorosamente preoccupata di prevalere sulle altre, non mi pare un presidio utile per vivere meglio. Al contrario, mi pare un fardello indesiderabile, una di quelle ferramenta medievali che si sta bene quando ce le si leva di dosso, e ci si rinfresca in un torrente. Ma più in generale, mi pare che un sacco di culture anche notevoli, anche nobili, si siano già estinte nel corso dei secoli, come accade da sempre: confluendo nelle altre, confondendosi, mutando. E ciascuna di esse aveva certamente il suo Pera, preoccupatissimo, che denunciava lo scandalo della Storia, che è soprattutto lo scandalo della confusione, e cercava di fortificare il suo cortile. Vanamente. A confondere i Sacri Princìpi, a incrinare le certezze, a far sembrare opinabili e fragili le nostre convinzioni, del resto, non serve che arrivino i barbari. Basta avere un figliolo con i pantaloni a vita bassa. Credo che Pera non abbia figli. Sarebbe già avvertito, se li avesse, di quanto in fretta le culture si estinguono, facilmente rimpiazzabili da altre.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…