Michele Serra: L'amaca di mercoledì 9 gennaio 2008

10 Gennaio 2008
Da qualche giorno rimugino su una somiglianza spero non troppo incongrua: quella tra l’alluvione di Firenze (1966) e la catastrofe dei rifiuti a Napoli. In ambo i casi un catastrofico rigurgito, una melma infetta, una città sepolta. Molto differenti, però, le due Italie che affrontano il disastro: quella era più povera e ingenua, per tanti versi anche più sprovveduta, ma solidale e soccorrevole al punto che per una generazione di ragazzi andare a spalare il fango vomitato dall’Arno fu una specie di iniziazione alla vita sociale (e politica). Qui, oggi, l’astio e il disprezzo sopra a tutto e a tutti. Odio politico tanto sommergente quanto la mondezza. (Ho trovato penosissimo, per esempio, che il sindaco di Salerno De Luca abbia colto la palla al balzo per dare addosso al suo nemico storico Bassolino. Poteva farlo dopo. Ora si dovrebbe dare una mano, specie se si abita a un palmo). La differenza è che Firenze fece da innesco a una politica nascente. Napoli raccoglie le ceneri di una politica morente. E non esistono pale abbastanza, e sacchi da riempire, per metterci dentro, insieme ai rifiuti che impestano, anche una sconfitta così lunga.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…