Michele Serra: L'amaca di giovedì 1 maggio 2008

05 Maggio 2008
In totale controtendenza rispetto a tutte le ossessioni post-ideologiche, il mio amico F. sostiene che o la politica è soprattutto battaglia di idee, oppure semplicemente non è. "Finché si va a votare per soddisfare gli interessi individuali vincerà sempre la destra, il cui legittimo mestiere è dare voce agli egoismi. Il giorno che si tornasse a votare per il bene comune, per un’idea di società, allora la politica tornerebbe ad appassionare, e la sinistra a vincere".
Ecco una definizione brusca ma non sprovveduta della differenza tra destra e sinistra: è di destra chi vota avendo per guida i propri interessi, di sinistra chi vota pensando all’interesse collettivo. Se questo è vero almeno in parte, il mestiere della sinistra è molto diverso dall’affannosa rincorsa alla destra sul suo terreno (sicurezza, poche tasse, niente scocciature: vogliamo vivere tranquilli). La sinistra è condannata in eterno a mediare tra la natura degli individui e la cultura della collettività: e dunque a immaginare ciò che ancora non c’è, suggerire novità, progettare cambiamenti. Per noi adulti, cinici o forse solo logori, una sinistra siffatta è solo un remoto ricordo di giovinezza. Ma provate ad avere vent’anni adesso, e vedete un po’ se le discussioni sull’Ici e sull’Irpef bastano a smuovere una sola cellula del vostro cuore o del vostro cervello.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…