Michele Serra: L'amaca di venerdì 30 maggio 2008

03 Giugno 2008
Una carta di Cassazione rispolvera la memoria, dieci anni dopo, del "caso Di Bella". L’iter giudiziario sancisce ciò che già si sapeva, e cioè che la volenterosa cura-placebo di un anziano medico divenne una bufala mediatica di proporzioni gigantesche. Ripensandoci, quello fu uno dei primi sintomi dell’"antipolitica" intesa nella sua accezione più nefasta: un sordo, generico rancore contro tutto ciò che puzza di potere (in quel caso, il potere della cosiddetta medicina "ufficiale"). Al quale contrapporre una specie di fede popolare, magico-superstiziosa, evidentemente molto radicata in un paese pre-moderno come il nostro.
I giornali di destra fecero una campagna insieme ridicola e micidiale contro la "medicina di Stato", quella dei baroni e dei privilegi, e in favore dell’indimostrabile e indimostrata efficacia anti-cancro di una manciata di vitamine e poco altro. Più di vent’anni prima un altro miraggio terapeutico, il famoso "siero Bonifacio", illudendo altre migliaia di ammalati, aveva sollevato lo stesso putiferio, risvegliato le stesse pulsioni arcaiche, ma i media non hanno memoria e quella lezione non bastò a evitare di ricascarci con la "cura Di Bella". L’anticorpo, di fronte a queste ricadute irrazionali, si chiamerebbe Ragione, ma evidentemente è una cura non ancora disponibile in dosi sufficienti.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…