Michele Serra: L'amaca di venerdì 3 ottobre 2008

03 Ottobre 2008
Si legge quasi ovunque (per esempio nell’intervista del Corriere alla figliola grande di Berlusconi) che "il capitalismo non c’entra niente" con crac e banche chiuse e manager felloni. Che siano stati dunque il comunismo o il socialismo o il pensiero greco o il giusnaturalismo, in forme subdole, a spingere metà del mondo a indebitarsi fino al midollo? Quale sedizioso boicottaggio, quale virus esterno ha condotto gli onesti, operosi, virtuosi Stati Uniti sull’orlo della catastrofe finanziaria, dimostrando che buona parte di una ricchezza puramente nominale era solo carta straccia?
Nelle ingenuissime, strenue difese delle virtù del liberismo, che di suo sarebbe buono e benefico, ed è stato deviato dalle intenzioni malvagie di poche cricche di mascalzoni (per altro in genere impuniti e ben liquidati), pare di risentire pari pari la patetica difesa che alcuni comunisti fecero del comunismo, in sostanza un’ottima idea applicata però maluccio o malissimo da despoti asiatici o burocrazie ottuse. Allo stesso modo il liberismo degli ultimi vent’anni viene considerato un’idea così brillante, così gagliarda, che non gli si imputa neanche ciò che proprio lui e solo lui può avere innescato, un capitalismo senza più alcun rapporto con la ricchezza prodotta dal lavoro, senza misura e senza controlli, senza etica e senza freni. Presto qualcuno dirà che Wall Street è in crisi per colpa dei sindacati.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

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