Michele Serra: L'amaca di martedì 5 maggio 2009

07 Maggio 2009
Il miglior commento alla rottura tra i coniugi Berlusconi lo ha fatto una lettrice (o un lettore?) della "Stampa", Neocle Giordani di Novara. Che ha scritto al suo giornale per manifestare "profonda invidia: è l’unica italiana che può divorziare da Berlusconi". Verissimo. Al netto della guerra patrimoniale (con Ghedini di mezzo, Austerlitz al confronto è una scaramuccia), delle ricadute politiche, del frastuono mediatico, lampeggia in fondo alla tenebrosa vicenda privata una luce di liberazione. Sarà, questo istinto di libertà, il solo, salvifico lumicino a sostenere la signora Berlusconi nella lunga tempesta. Oltre, beninteso, alla ragionevole certezza di uscirne con una montagna di denaro: perché nemmeno l’armata di avvocati a disposizione del premier, i lodi eretti in sua difesa, le leggi modificate, le immunità acquisite, potranno vanificare più di tanto quel crudele smembramento patrimoniale che è la sostanza di ogni divorzio.
L’ipotesi di "Veronica sobillata dai comunisti" è dunque, dal punto di vista berlusconiano, quasi logica. I cumenda milanesi degli anni Sessanta vivevano nel terrore materiale, prima che ideologico, che "i comunisti" gli portassero via l’argenteria. Da allora, e per i secoli dei secoli, ogni cumenda milanese insidiato nei suoi averi pensa, pavlovianamente, che siano tornati i comunisti.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…