“Un puzzle avvincente, una narrazione travolgente.” Der Spiegel
1° maggio 1945. Il mondo ancora non lo sa, ma l’ultima settimana di vita del Terzo Reich ha inizio: si svolge l’atto finale di un’epoca. Mentre per i tedeschi la vita si è fermata, enormi masse di uomini sono in cammino per le strade: i prigionieri dei lager costretti alle marce della morte incrociano le unità della Wehrmacht che rimpatriano. Le carovane di profughi incontrano quelle degli operai liberati dai campi di lavoro. Gli otto giorni che separano il suicidio di Hitler dalla resa della Germania vedono la catastrofe dell’impero e l’invasione simultanea di due nemici – i russi considerati ben più minacciosi degli Alleati atlantici. Nei diari, nelle lettere e nei giornali dell’epoca si sentono le voci dei personaggi principali di questi eventi: Hitler ed Eva Braun, la famiglia Goebbels, Karl Dönitz, il nuovo Führer che fa durare la guerra una settimana in più, gli abitanti della cittadina in Pomerania che, di fronte alle atrocità dell’Armata Rossa, scelgono di togliersi la vita in massa, fino a Marlene Dietrich, che cerca sua sorella a Bergen-Belsen travestita da ufficiale americano. In una grandiosa narrazione rimbombano l’orrore universale della guerra e il paradosso che si spalanca al momento della sua fine: non è più possibile distinguere tra vittime e carnefici. Una storia che ci riguarda da vicino, perché su quella distruzione comincia la nostra epoca. Volker Ullrich racconta tutti gli sconvolgimenti che, uno dopo l’altro, trasformano il tempo di nessuno nell’ora zero: la spartizione della Germania tra Est e Ovest è la stessa che dividerà il mondo. La Guerra fredda è già iniziata.