“‘Moi, j’aurais dit plutôt...’, ‘Io, avrei detto piuttosto...’: così Green iniziava a volte la sua riflessione su di un caso clinico dopo che gliene avevo parlato. Da lì procedeva nell’esplorazione di una linea di pensiero che poteva incrociare o discostarsi da quella presentata, tentando di evidenziare la ramificazione delle comunicazioni analitiche, selezionando uno snodo piuttosto che un altro, in termini non conflittuali ma complementari, attento agli intrecci, ai rimandi, alle riemersioni di un tema nel corso della seduta. Era il suo modo per sottolineare quanto fosse importante la possibilità di un ascolto diverso aprendosi ad altri vertici osservativi, senza assumerne necessariamente uno come definitivo o più vero, il che a suo giudizio dovrebbe permetterci di essere analisti evitando di cadere nella solitudine del proprio pensiero e nella megalomania che può conseguirne.”
A partire dalla sua esperienza personale con André Green, Maurizio Balsamo ha scritto la prima monografia italiana dedicata al grande psicoanalista. Un percorso attraverso la straordinaria avventura umana e intellettuale di uno dei più importanti esponenti della scuola psicoanalitica francese svela il grande “pensatore delle connessioni”, il suo rapporto con Jacques Lacan e il dialogo con gli psicoanalisti inglesi Donald Winnicott e Wilfred Bion, documentando la sua esigenza profonda di ricomporre in una nuova e geniale rivisitazione le diverse letture dell’opera di Freud.
“L’alternativa che si manifesta ai nostri occhi non è quella fra normalità e psicosi ma piuttosto tra follia e psicosi, considerando dunque la singolarità, la diversità, la stranezza soggettiva, la passione e perfino la presenza del sintomo come ciò che permette di evitare il silenzio mortifero di una normalità spenta e rassegnata.”