“Conciso, preciso, lineare, uno stile che ricorda Čechov o Gogol” Le Magazine Littéraire
Un uomo che di fronte al proprio inesorabile declino constata l’amara dissipazione delle occasioni ormai perdute e una banda di sgangherati crociati che non arriveranno mai in Terra Santa: due storie molto lontane fra loro nel tempo e nello spazio, ma che raccontano in fondo la stessa malinconia di vivere, la stessa disperata ricerca di un senso per se stessi e per il mondo. Un’ossessione è ciò che spinge Shraga Unger, conferenziere nei kibbutz, che racconta a chiunque lo ascolti di un piano mondiale dei bolscevichi per sterminare il popolo ebraico. Ma la vecchiaia e la solitudine premono sul suo corpo in disfacimento, e potrebbe non riuscire ad avvertire tutti come vorrebbe. Un’ossessione spinge anche il conte Guillaume de Touron, che nel 1096 cerca la redenzione nella Crociata, ma per quanti infedeli lui e i suoi improvvisati compagni guerrieri potranno trucidare sulla strada per Gerusalemme, la pace d’animo continuerà a sfuggirgli, e l’idea che un ebreo sia con loro sotto mentite spoglie a perseguitarlo.
Con il suo sguardo lucido e profondo, Amos Oz conduce il lettore in una Tel Aviv e un Israele che non esistono più, e in un’Europa arcaica e crudele: al cuore di tutto c’è un’umanità in cui, malgrado la distanza, non si può fare a meno di riconoscersi.