In un periodo storico in cui sembra impossibile poterci fidare del prossimo e ci sentiamo sempre più soli, finiamo per lasciare che la diffidenza proietti ombre sinistre persino su figure un tempo rispettate, addirittura amate. Non ci salva l’impressione di essere padroni del nostro micromondo.
Il sollievo dalla faticosa battaglia per controllare tutto da soli, e il balsamo sulla ferita che la vita infligge all’idea di sé come persone forti e indipendenti, è la resa a uno spazio più ampio e potente del nostro io.
Per arrenderci, per non impantanarci, occorre uscire dall’angustia di noi stessi, accettare di aprirci agli altri e al mistero dell’essere vivi. Bisogna poter immaginare che ci sia un oltre, e accoglierlo a occhi, cuore e braccia aperti.
Occorre lasciar andare la paura, che ci costringe a un eccesso di controllo, e coltivare la fiducia nella vita, che ne sa più di noi come individui isolati.
La ricompensa è la leggerezza. Liberare l’energia dalle trappole emotive, dai circoli viziosi, dalle ruote di criceto, dal rimuginio sfinente. Posare a terra zaini pesanti, decontrarre i muscoli, respirare finalmente!
Tutto sotto controllo: la propria vita, e a volte anche quella degli altri. È faticoso, ma se ci si riesce, si prova un senso di padronanza che crea l’illusione di poter gestire davvero ogni cosa.
Tuttavia, quando quest’idea viene smentita – e prima o poi accade a ciascuno di noi – si scopre la propria umanità, fatta di fragilità, limiti e incertezza.
“Per chi non riesce a dire: sia fatta la tua volontà, è dura vivere solo e soltanto con le proprie limitate forze e personali prospettive.
In questo libro impareremo ad abbandonare le zavorre inutili e a lasciarci sedurre dalla leggerezza di una profonda fiducia nella vita e verso gli altri.”