Descrizione

“Un romanzo necessario per guadagnare memoria” Corriere della Sera

Una valle severa. In mezzo, il lento andare del fiume. Un uomo tira pietre piatte sull’acqua. Il figlio lo trova assorto, febbricitante, dentro quel paesaggio. È lì che ha cominciato a dipingere, per fare di ogni tela un possibile riscatto, e lì è ritornato ora che il male lo consuma. Ma il male è cominciato molto tempo prima, negli anni settanta, quando il padre-pittore ha abbandonato la sua valle ed è sceso in pianura verso una città estranea, dentro una stanza-cubicolo per dormire, dentro un reparto annebbiato dall’amianto. Fuori dai cancelli della fabbrica si lotta per i turni, per il salario, per ritmi più umani, ma nessuno è ancora veramente consapevole di come il corpo dell’operaio sia esposto alla malattia e alla morte. Lì il padre-pittore ha cominciato a morire. Il figlio ha ereditato un panico che lo inchioda al chiuso, in casa, e dai confini non protetti di quell’esilio spia, a ritroso, il tempo della fabbrica, i sogni che bruciano, l’immaginazione che affonda, il corpo subdolamente offeso di chi ha chiamato “lavoro” quell’inferno. Ci vuole l’incontro con Cesare, operaio e sindacalista, per uscire dalla paura e cominciare a ripercorrere la storia del padre-pittore e di tutti i lavoratori morti di tumore ai polmoni. Dai primi romanzi di Paolo Volponi nessuno era riuscito a “entrare” in fabbrica con la potenza, il nitore, la stupefazione di Stefano Valenti, e quello che sembra un mondo perduto torna come il rimosso infinito della sopraffazione.

 

 

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Premi e Riconoscimenti

  • 2015 - Premio Nazionale di Narrativa Bergamo - Vincitore Premio Nazionale di Narrativa Bergamo
  • 2014 - Volponi - Opera Prima - Vincitore Premio Volponi Opera Prima
  • 2014 - Premio Ultima Frontiera - Finalista Premio Ultima Frontiera
  • 2014 - Premio Campiello Opera Prima - Premio Campiello Opera Prima

Recensioni d'autore

  • Vita privata e temi sociali si mescolano all'opera prima di Valenti "per non far sentire la gente sola".

  • Un romanzo necessario per guadagnare memoria: la più volatile, purtroppo, e più importante delle valute di una società civile.

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  • Il protagonista è il padre, ma un padre che è tanti, è l'operaio alla cui storia e a quella di tanti Valenti ha saputo accostarci con misura e calore, comunicandocene il dolore e lo scandalo.

  • La presa di coscienza dell'entità del problema amianto è recente, ma tradizionali sono l'infanzia padronale e l'ipocrisia della giustiza [...] Il narratore di La fabbrica del panico sa quando mettersi in campo e quando lasciar la parola agli altri e che i protagonisti devono essere loro, le loro vite perdute.

  • Questo è il vero tema del romanzo: il rapporto padri-figli. La versione che Stefano Valenti ci fornisce è dissonante rispetto a quella che domina nei ritratti generazionali offerti da saggi e romanzi recenti. Un passaggio di testimone dinanzi alla morte: post-mortem. Un libro molto bello, una prova riuscita.

Conosci l’autore

Stefano Valenti

Stefano Valenti (1964), valtellinese, vive a Milano. Ultimati gli studi artistici, si è dedicato alla traduzione letteraria. Il suo romanzo d’esordio, La fabbrica del panico (Feltrinelli 2013), ha vinto il Premio Campiello Opera Prima 2014, il Premio Volponi Opera Prima 2014 e il Premio Nazionale di Narrativa Bergamo 2015Ha ancora pubblicato con Feltrinelli Rosso nella notte bianca (2016; Premio Volponi 2016). Per i “Classici” ha tradotto Germinale (2013) di Émile Zola, Il giro del mondo in ottanta giorni (2014), Ventimila leghe sotto i mari (2018) e Viaggio al centro della Terra (2019) di Jules Verne.

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Extra

Dettagli

Marchio: 
FELTRINELLI
Data d’uscita: 
Maggio, 2016
Collana: 
Universale Economica
Pagine: 
128
Prezzo: 
7,00€
ISBN: 
9788807888250
Genere: 
Tascabili