
Veline e veleni. Umberto Galimberti su Vallettopoli
"Storicamente gli italiani sono stati educati a un'etica privata, non a un'etica pubblica. Non uccidere, questo lo capiscono tutti. Ma le uccisioni collettive, le stragi rimangono misteri. Non dare falsa testimonianza, perché non sei più affidabile a livello personale. Ma se a testimoniare il falso sono le banche, la reazione è rassegnata: che ci vuoi fare, sono le banche. Non commettere atti impuri? Meglio non tradire la moglie, si capisce. Ma Vallettopoli, le discoteche, i festini, la prostituzione, lo si sa, quello è il mondo dello spettacolo, il mondo dei vip, funziona così. Il risultato è un azzeramento della sensibilità, come dimostra la gogna mediatica che imperversa in questi giorni. Questa discrepanza tra etica privata e pubblica non è di oggi: è il risultato di 2 mila anni di morale cristiana. Perché la morale cristiana giudica individualmente, e nell'individuo scatta il perdono. In pubblico si dice la regola, nel confessionale ci si pente di averla trasgredita. È la doppia coscienza degli italiani."

Mangiare bene spendendo poco? Impossibile. Intervista ad Allan Bay
Se il cibo è il messaggio, Allan Bay sa comunicarlo benissimo: classe 1949, piemontese per tre quarti, napoletano per il restante, milanese d’adozione, ha fatto di una passione nata da ragazzo - la cucina - un mestiere (il successo, che ha soppiantato quelli - manager consulente - che faceva prima per vivere. Si definisce ‟un ghiottone”, è cuoco, critico gastronomico, scrittore prolifico, autore di 5.677 ricette. Ha pubblicato libri che gli hanno dato più successo: è a quota cinque, essendo essendo appena uscito 77 ricette perfette, ma i due d’esordio, ossia Cuochi si diventa (1 e 2), sono dei long seller da 300 mila copie ciascuno.

‟Adoro l’Inghiliterra che sa ridere di sé”. Intervista a Jonathan Coe
‟Il coinvolgimento britannico in Iraq ha certamente messo in crisi le coscienze di molta gente nel nostro Paese, ma forse non della maggioranza. Il Partito laburista vincerà ancora, non ci sono dubbi in proposito. La decisione di andare in Iraq ha suscitato molto risentimento, soprattutto perché il governo non è stato onesto sulle vere ragioni dell’intervento militare. Per me, e per molti come me, è imperdonabile, è un tradimento del nostro voto. Ma sono in molti ad avere, memoria corta e a dichiararsi soddisfatti della prosperità di breve termine che Blair ha dato a gran parte del Paese, dunque non vedono perché cambiare. Per quel che mi riguarda. non so nemmeno se andrò a votare alle prossime elezioni, dato che non vedo alternative credibili a Blair. Ho la sensazione di vivere in un monopartitismo. Ma, se per questo, anche in italia avete i vostri problemi...”

Paolo Di Stefano. Intervista su Tutti contenti
"...Il passato - potrei dire con Nino Motta il protagonista - è necessario patirlo per liberarsene, e per ricominciare..."