
Chico Buarque, samba sul Danubio
Chico Buarque classe 1944, da Rio de Janeiro, gigante della Musica Popolare Brasiliana, giocoliere delle parole, autore teatrale, scrittore. Molte sue canzoni sono tatuate nell'immaginario collettivo al di qua e al d là dell'oceano, come un soffio di vento caldo, sensuale tropicale. Brani come O que serà , Apesar de voce, Construcao, Retrato in branco e preto, Calice A banda e tantissimi altri ancora, che in Italia abbiamo ascoltato nell'interpretazione di Mina, Fossati, Mannoia, Jannacci, Vanoni, e che hanno fatto conoscere al mondo intero come l’immensa profondità dei testi a volte si possa sposare felicemente anche con i ritmi del samba e della bossa nova Buarque è in Italia a presentare il suo ultimo libro Budapest, in testa nella classifica brasiliana dei libri più venduti da ben 94 settimane. Romanzo circolare e onirico, che ruota intorno all'enigma dell'identità e alle chimere dei linguaggi e delle incomunicabilità. Ambientato tra due città (Rio e Budapest), due idiomi, due amori, due vite parallele. Protagonista José Costa, ghostwriter in crisi, professionista della prosa e della convivenza, dilettante in amore e in poesia.

Le voci di Tristano raccontate da Tabucchi. Intervista all’autore di Tristano muore
La letteratura, come grande serbatoio in cui andremo tutti ad abitare, è quasi un aldilà che è qui tra noi, è il grande spazio della libertà. Se c'è un'erosione dello spazio della letteratura, una prospettiva totalitarista acquisisce più credibilità: sicuramente sarebbe un duro colpo, una vera mazzata alla libertà di essere e di pensare, uno strizzare la nostra anima. È qui che vedo il vero grande pericolo: nel divorare, erodere sempre più questo spazio di grande libertà che è la letteratura per creare degli alieni o degli omuncoli o comunque delle creature viventi molto remissive che consumano, nascono, vivono, muoiono, come fossero indirizzate verso la prospettiva di trasformarsi in vegetali.

Il ritorno di Jo. La Serrano riscrive un classico
‟Nel romanzo c'è una forte enfasi sulla storia del Cile, dove il golpe militare è un punto fermo, fa da spartiacque nella storia delle protagoniste. Ma mi interessava soprattutto raccontare della perdita di un mondo rurale, che ha a che fare con la mia infanzia. È come tornare a sentire le proprie radici, sapere di appartenere a un luogo in cui, peraltro, vivere oggi è un piccolo lusso. C'è un presidente socialista, la cultura è più importante che in passato, resta molto da fare ma si è sulla buona strada. Pinochet è un cadavere politico, di cui perfino la destra tenta di disfarsi, e del quale si occupa la giustizia. Il dolore, la rabbia, i morti restano e fanno parte delle nostre storie personali, ma da un punto di vista politico il paese è avanzato molto sulla strada della riconciliazione.”

Manuel Vázquez Montalbán presenta Millennio
Millennio non è solo l’ultima incredibile avventura dell’amato Pepe Carvalho ma anche, secondo il medesimo Montalbán, ‟un ansioso pellegrinaggio laico per un mondo sempre più ipocritamente religioso, nel quale vengono chiamati ogni giorno gli dei per giustificare guerre sante ed egemonie economico-militari”.
Manuel Vázquez Montalbán anticipa i temi del libro ad "Help".