
Amos Oz presenta in video Una storia di amore e di tenebra
Amos Oz presenta il romanzo Una storia di amore e di tenebra e legge un brano in ebraico. Una famiglia: la vita, gli amori e le opere di quattro generazioni, da Odessa, Vilna, New York e Heidelberg sino a Gerusalemme. L'evento si è tenuto presso la Feltrinelli di Milano il 25 settembre 2003.

Intervista ad Amos Oz su Una storia di amore e di tenebra
Classe 1939, Gerusalemme, Amos Oz è una delle più potenti voci della
letteratura israeliana. Ed è impegnato da sempre nel dibattito politico a
favore del processo di pace. L'ultimo, sorprendente libro uscito in Israele, con
il titolo Sipur al Abava ve al Hoshekh (Una storia di amore e di tenebra), e che
ha avuto un enorme successo di critica e di pubblico, che verrà pubblicato in
Italia da Feltrinelli.
Racconta l'infanzia di Oz e i personaggi della sua famiglia, proveniente dalla
Russia, in una Gerusalemme sullo sfondo dell'Europa in piena catastrofe della
Seconda guerra mondiale. Ma il romanzo autobiografico è anche il racconto del
dramma del matrimonio tra sua madre e suo padre la madre si è tolta la vita
quando Oz aveva 13 anni).
Una storia di amore e di tenebra è un libro che segna una svolta nella
produzione letteraria di Amos Oz. Per anni, Oz si è costruito l’immagine di
un "ebreo nuovo", venuto dal nulla, forse dal mare o dal deserto. Un
ebreo pioniere che dissoda la terra e che ha rotto i ponti con la Diaspora
europea, "inerte davanti ai suoi carnefici". Il suo mondo, da
combattente nelle guerre del 1967 e 1973, era tutto tra kibbutz, riva del
Mediterraneo e Gerusalemme.
Nel suo ultimo romanzo autobiografico Oz rivela invece, senza pietà, la verità
su se stesso e la sua famiglia. Racconta le sue origini tra Odessa e Vilnius,
capitali della Diaspora askenazita. Descrive i tic piccolo-borghesi del padre.
Confessa come parenti rimasti nel vecchio continente siano stati uccisi nella
Shoah. Ha capito che non si può sopravvivere senza radici.
"È la storia di un amore deluso, frustrato. I miei genitori, cosi come i
miei nonni erano europei. Così si definivano. Erano fedeli all'Europa.
Sfortunatamente a quei tempi nessuno definiva se stesso europeo. C'erano i
patrioti italiani, o quelli ungheresi, il patriota pangermanico o panslavico.
Gli unici europei in Europa, 75 anni fa, erano gli ebrei, come la mia
famiglia."

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