Manuel Vázquez Montalbán: Intervista "Il sì di Madrid a Bush pagato col petrolio"

Manuel Vázquez Montalbán: Intervista "Il sì di Madrid a Bush pagato col petrolio"

«George W. Bush ha incassato l’assenso di Aznar alla guerra all’Iraq in un modo molto semplice: comprando quel sì. L’ha ‟comprato” promettendo alla Spagna una fetta della ‟torta petrolifera” da dividere tra i ‟combattenti” dopo l’occupazione dell’Iraq. E ha ‟comprato” il sostegno di Aznar dando al primo ministro spagnolo mano libera nei confronti dell’Eta, come atto compensativo del sostegno acritico di Madrid all’avventura militare nel Golfo Persico». A sostenerlo è lo scrittore Manuel Vázquez Montalbán. Durissimo è il suo giudizio su Josè Maria Aznar: «Ciò che spaventa e indigna - dice - è il suo opprtunismo miscelato ad una inesauribile megalomania nazionalistica». «La guerra all’Iraq - sottolinea il romanziere catalano - sarà un decisivo banco di prova per la società civile spagnola». In questa chiave, le grandi manifestazioni per la pace delle scorse settimane - annota Vázquez Montálban - «evidenziano il risveglio della società civile europea dopo una lunga fase di ‟stanchezza” democratica». «Non mi sorprende affatto - annota ancora lo scrittore - la ferrea determinazione dell’America ad agire militarmente contro l’Iraq con o senza il via libera dell’Onu. Da tempo, infatti, gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di gendarmi del (dis)ordine internazionale. E i gendarmi non si limiteranno ad agire in Iraq».

Il grande orfano La videorecensione di Neon

Il grande orfano La videorecensione di Neon

La videorecensione di Neon, la trasmissione tv di Rai2 su Il grande orfano di Tierno Monénembo, il genocidio del Ruanda visto attraverso gli occhi di un ragazzino.

La quotidianità non è una monade: intervista a Richard Ford

La quotidianità non è una monade: intervista a Richard Ford

Con il suo Giorno dell'indipendenza ha vinto nel '96 il Premio Pulitzer per la narrativa. Nulla a che vedere con il titolo del film omonimo. Ford scrive da sempre di vita quotidiana e l'indipendenza per lui è un tema innanzitutto individuale. Ma lo sfondo della società americana è inconfondibile. Considera Carver, di cui è stato buon amico, uno dei suoi maestri. I problemi dei suoi personaggi possono essere moltiplicati per alcuni milioni e diventare questioni sociali, come quello della difficoltà delle relazioni, delle separazioni, dei divorzi, dei riflessi sulla vita dei figli: un tema che percorre come un filo rosso i suoi romanzi e le raccolte di racconti. Al festival della letteratura di Mantova, dove era con la donna con cui è sposato da 38 anni, ho provato a intervistarlo in una piccola piazza con traffico scarso, con lo sfondo della gente sul corso, quella gente comune che è la protagonista dei suoi libri. Impossibile. Ogni minimo rumore gli impediva di concentrarsi, gli rubava i pensieri. Il suo parlare è troppo denso, la costruzione del discorso sembra più europea che Americana, nessuna semplificazione. Abbiamo ripiegato su luoghi del centro un po' più isolati e solitari: è il tipo di luogo che lo aiuta a pensare, come a scrivere. Lui del resto vive in campagna, lontano dalla vita urbana di cui racconta e da quella New Orleans che la moglie ha, per professione, il compito di "ordinare", essendo responsabile dell'organizzazione dei servizi della città. Tra uno spostamento e l'altro alla ricerca del silenzio e della concentrazione, con suoni urbani che interrompevano il suo percorso logico, e quasi creavano situazioni da gag, l'intervista ha potuto trovare un suo filo, a partire, naturalmente, dalla vita quotidiana.

Paolo Paci, intervista su Alpi. Una grammatica d'alta quota

Paolo Paci, intervista su Alpi. Una grammatica d'alta quota

Un giornalista sull’orlo della cassa integrazione si mette in viaggio nelle Alpi, progettando di partire dalle Giulie e arrivare al Monte Bianco in un’unica soluzione: lungo il percorso incontrerà i rappresentanti delle culture minoritarie.