Remo Bodei

Remo Bodei (1938-2019) ha insegnato Storia della filosofia ed Estetica alla Scuola Normale Superiore e all’Università di Pisa, ha studiato e insegnato in diversi atenei europei e americani, tra cui la Ucla di Los Angeles. Tra gli ultimi suoi lavori pubblicati: Piramidi di tempo. Storie e teoria del déjà vu (il Mulino, 2006); Gli uomini davanti alla natura selvaggia (Bompiani, 2008); La vita delle cose (Laterza, 2009); Ira. La passione furente (il Mulino, 2011); Immaginare altre vite (Feltrinelli, 2013); Generazioni. Età della vita, età delle cose (Laterza, 2014); La civetta e la talpa. Sistema ed epoca in Hegel (il Mulino, 2014); Ordo amoris. Conflits terrestres et bonheurs célestes (Les Belles Lettres, 2015). Con Feltrinelli ha pubblicato anche: Geometria delle passioni (1991), Destini personali (2002) La filosofia del Novecento (e oltre) (2015). Nei “Classici” Feltrinelli ha curato Sul tragico (1994) di Hölderlin e scritto l’introduzione a Uno, nessuno e centomila (2007) di Pirandello.

Remo Bodei
A proposito di Remo Bodei

A proposito di Remo Bodei

Addio a Remo Bodei, studioso del pensiero che preferì riempire le riflessioni filosofiche di sfumature più che di certezze sistematiche. L'amico Salvatore Veca lo ricorda.

Remo Bodei tra i candidati al Premio Viareggio

Immaginare altre vite di Remo Bodei tra i candidati al Premio Viareggio nella sezione Saggistica.

Remo Bodei: La Democrazia può fermare il Terrore?

Il terrore di Stato e non, lo sviluppo dei sistemi di potere, le strutture democratiche. L'intervento di Remo Bodei al convegno internazionale "Gli squilibri del terrore" di Torino.

Remo Bodei: L’uomo che volle farsi Dio

A lungo la creatività è stata vista con sospetto, considerata una forma di hybris, una pretesa smisurata di modificare lo stato delle cose approvato dagli dei, o è stata giudicata una prerogativa divina cui gli uomini non possono avere accesso.

Remo Bodei: Quando la vita finisce

L'uomo è l'unico animale che , gettato nei flutti del tempo, sa di dover morire: la filosofia si è a lungo misurata con questo tema fondamentale. Una frattura attraversa le convinzioni di tutti tra chi crede in un dopo e chi lo nega.

Remo Bodei: Populismo lo spettro che si aggira per il mondo

Il moderno populismo ha una data di nascita: il 1895. è l' anno in cui Gustave Le Bon pubblica La psicologia delle folle e, per combinazione, quello stesso in cui i fratelli Lumière mostrano al pubblico i primi filmati.

Remo Bodei: La Fenice. L’ossessione di copiare il passato

Possiamo ricostruire i grandi simboli del passato, erosi dal tempo, distrutti dall´incuria o dal dolo come se nulla fosse accaduto? Come se fra noi e loro ci fosse solo il desiderio di vederli rinascere com´erano e dov´erano?
La sensualità del pensiero. Un'intervista con Remo Bodei

La sensualità del pensiero. Un'intervista con Remo Bodei

Remo Bodei introduce la quinta edizione del Festival della filosofia, dedicata ai sensi. Un'iniziativa che per il suo "supervisore" è l'occasione per far incontrare il tatto, la vista, l'olfatto, il gusto e l'udito con il grande pubblico. Senza però ridurre la filosofia ad ancella dell'ovvio.
‟Il festival della filosofia fornisce un'occasione di socialità per affrontare, in maniera chiara e non banale, dei passaggi critici. (…) Noi proviamo a gettare dei semi nel vento come nella famosa parabola. Questi semi possono cadere sulle rocce, sul terreno sterile, altre volte cadono su quello fertile. Con questo non vogliamo sostituirci alla scuola o all'università, ma non vogliamo nemmeno fare pagliacciate. Ognuno raccolto il seme deve poi pensare da sé a tagliare i rovi in cui è caduto o a spostarlo fuori dalla terra secca”.

Laicità, le idee forti per rompere l’assedio. Intervista a Remo Bodei

‟L’idea di tolleranza nasce dalla stanchezza per le sanguinose guerre di religione, protrattesi in Europa dal 500 alla metà del 600. Di fronte alla pretesa di imporre con le armi una confessione religiosa sull’altra, si fece un passo indietro. Passando dai valori ultimi ai valori penultimi. Un processo complicato, favorito anche da motivi economici. E che ha schiuso la via della democrazia, proprio sul filo dell’idea di 'tolleranza' di John Locke. E però dietro la tolleranza e dietro la democrazia che vi si associa, affiora non già un valore debole. Bensì assoluto: il valore della compatibilità dei valori. L’idea di uno spazio neutro, laico e non anticristiano. Dentro il quale tutti possono stare, a certe condizioni di riconoscimento reciproco. Il fatto che questo principio, attaccato da Pio IX nel Sillabo, sia poi divenuto sinonimo di lottizzazione dei valori, di pluralismo indifferente, ha aperto dei varchi alla critica confessionale. Ciò tuttavia non significa che la Chiesa vanti buoni ragioni contro il rispetto della libertà di coscienza. Quanto alla cosiddetta dittatura del relativismo, è un’accusa insensata. Perché il relativismo non si impone a nessuno. In definitiva: non può esserci, né può venir imposta una verità assoluta. Una 'veritatis splendor'. Come che sia, nessuno ne detiene il monopolio. La forza dei laici non sta tanto nella tolleranza, termine ormai inadeguato, quanto piuttosto nella capacità di creare uno spazio pubblico di confronto. Tra tutti coloro che hanno credenze e convinzioni diverse. Perciò siamo fermamente tenuti a difendere tale spazio pubblico. E a separare lo stato dalla Chiesa, il diritto dalla morale, i fatti dalle preferenze. E tutto ciò rappresenta di per sé un valore. Nonché il presupposto per riconoscersi in valori comuni: razionalità, dubbio, diritti umani, pace, giustizia. Sono regole e insieme valori. Non possono essere soltanto monopolio della fede religiosa. Certo, il mondo è complesso e terribile, e occorre sempre trovare un accordo contro il peggio. Magari anche in sintonia con l’etica cristiana, ma discutendo. Ciò che va evitato però è l’eccesso di fair play, che non giova nemmeno alla religione. Ciascuno difenda con coraggio ciò in cui crede. Gli yes man e i devoti laici che portano lo strascico, demonizzando l’avversario, sono patetici”.

Ricordi del futuro. Colloquio con Remo Bodei

La memoria nell'epoca digitale? "È un impegno etico. È fedeltà alla comprensione, non alla registrazione. La memoria del computer è solo un deposito". Nell'epoca della Rete, dell'information overload, della nuova forma assunta dalla globalizzazione, la memoria è al centro di sollecitazioni gigantesche: registrata in milioni di computer, riformulata dal bisogno di nuove identità, la memoria è, insieme, malato e medico. Come sempre, si trasforma e ci trasforma. Saltando dalla strumentalizzazione all'invadenza, dalla manipolazione alla ricerca di senso. E, invitato a condividere le sue riflessioni sul significato del nostro rapporto quotidiano con l'illimitata capacità di ricordare tipica della tecnologia elettronica, Remo Bodei, docente di filosofia a Pisa e Los Angeles, sceglie di descrivere l'esperienza umana della memoria digitale come una sorta di percorso della salute intellettuale: un allenamento, anche, alla liberazione dalla trappola delle verità volatili della televisione, attraverso la responsabilità e la ricerca, la capacità di ricordare, di dimenticare e di elaborare.

Geometria del futuro. Intervista a Remo Bodei

Remo Bodei è uno più autorevoli filosofi italiani. Insegna storia della filosofia all'Università di Pisa e spesso viene invitato a tenere corsi e lezioni all'estero, in Europa e negli Stati Uniti. Ascoltarlo è sempre un'esperienza affascinante, per il modo in cui il suo discorso si muove tra idee complesse e aspetti tangibili della quotidianità, mostrandone le connessioni. Nei suoi libri i temi della vita interiore si intrecciano con analisi delle dinamiche sociali e con riflessioni sulle teorie politiche. Come in Geometria delle passioni, del 1991, o in Destini personali, apparso nell'autunno scorso per Feltrinelli, che reca come significativo sottotitolo "L'età della colonizzazione delle coscienze". Da poco Bodei - che è nato nel 1938 a Cagliari - ha tenuto a Napoli, all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, una serie di lezioni sul tempo intitolate "Pensare il futuro". Sul tema gli abbiamo posto alcune domande.