Maurizio Maggiani: Tolleranza zero ma con tutti
06 Settembre 2007
Devo dire che i lavavetri ai semafori non mi infastidiscono.
Sarà che ancora non hanno il coraggio di pretendere di pulirmi gli occhiali, sta di fatto che al momento non sono un mio problema.
Posso capire, invece, come lo siano per un sacco di altre persone.
In macchina con il sistema nervoso sempre più fragile, e il tempo che ci dà il semaforo rosso ci
basta appena per elencare tutte le cose che quel giorno ci hanno dato fastidio, e un lavavetri insistente
e aggressivo non è certo il cacio sui maccheroni.
Naturale che il cento per cento della popolazione autotrasportata sia favorevole a farseli togliere di torno.
È probabile che non basterà un radicale provvedimento in merito per farci star meglio: siamo assediati dai fastidi e siamo sempre meno disponibili a sopportarli. Io, ad esempio, sono grandemente infastidito dal giornalaio sotto casa che ogni volta che mi vede passare mi appella sguaiatamente con epiteti tipo ‟prodiano”, chiedendomi conto a gran voce delle malefatte del sopra nominato. Più passa il tempo e più si fa aggressivo; non mi dispiacerebbe che un’ordinanza comunale mi mettesse in salvo dalle sue fastidiosissime insistenze. Una multa? Tre mesi di arresto?Mah, forse non mi spingerei fino alla galera. Di certo, però, il giornalaio virulento e persecutorio è in grado di rovinarmi la giornata
né più né meno di un lavavetri a un automobilista.
Per me che mi fermo ai semafori arrivandoci
a piedi,meno di uno scippatore, naturalmente,
più di un mendicante. Se vogliamo inserire il
mendicante, come a pieno diritto ci sta lo scippatore
o il cliente delle prostitute tra la microcriminalità,
allora ci sta pure il giornalaio. Peggio
per lui. Se avessi incontrato il giornalaio il
giorno che i ladri sono entrati in casa mia, non
avrei avuto dubbi sul classificare anche lui tra i
criminali: ero esasperato, ovviamente, indisponibile
a qualsivoglia comprensione.
Quello che salva il giornalaio è che leggi e ordinanze non si
Fanno in base al mio grado di irritabilità,
non ancora. Ma ogni giorno che passa
siamo sempre più infastiditi ed esasperati; lo
siamo a tal punto che se chi ci governa fosse davvero
vicino al sentire della gente, si scotterebbe
dal calore ardente che emaniamo. Come farci
passare i bollori? La soluzione più semplice è redigere
leggi consonanti con l’esasperazione, trasformare
il mio soggettivo malessere in legge
dello Stato.A me interessa che sia punito il ladro
e il giornalaio, a lui il lavavetri e il mendicante, a
quell’altro il bambino che ha picchiato suo figlio,
a quell’altro ancora l’insegnante che gli ha dato
del cretino. Il concetto di microcriminalità può
essere esteso all’infinito se è basato sul sentire
soggettivo della gente; si possono fare, e già si
sono fatte, leggi e ordinanze ad hoc.
C’è poi una strada che lì per là sembra facile facile
ed è la più difficile. Si chiama ‟tolleranza
zero”, e il suo alfiere è stato il sindaco di New
York, Rudolph Giuliani. Perché è la più difficile?
Perché è basata sul numero zero, un numero concettualmente
estraneo al sentire soggettivo della
gente e lo stato di cose più difficile da raggiungere.
Zero vuol dire zero per davvero, e non è uno
scherzo. Richiede implacabilità e assoluta certezza che a un atto criminoso seppur micro corrisponda
una significativa conseguenza per chi lo
compie. Sempre e per chiunque. Il furto è un
reato sempre, che si rubi in casa della gente o nel
conto di un ristorante o di una corsa in taxi. Microcriminale è il
lavavetri aggressivo e il pubblico
funzionario che maltratta l’utente. Il politico
corrotto e lo scippatore. Chi evade il fisco e chi
importuna l’impiegata.Chi abusa del suo ufficio e
chi insulta un invalido.Chi raggira un risparmiatore
e chi si astiene dal compiere il suo dovere.
Per tutti questi microcriminali e per tutti gli altri
compresi nel lungo elenco delle sentenze dei tribunali
della contea, processo rapido e conseguente
pena.
Rudolph Giuliani ci ha messo dieci anni per
arrivare abbastanza vicino al suo obiettivo, al fatidico
numero zero da essere passato alla leggenda.
New York non è l’Eden ma il sentire della
gente è mutato e non è più esasperato e scottante
come venti anni or sono. Non lui e nessun altro
arriverà al magico zero, ma anche solo intravederlo
è, visto da qui, un miracolo della forza della
politica. Politica vera, non umorale. Vi chiedo:
pensate forse di vivere nel Paese dove sia possibile l’impresa di New York?
E ve lo chiedo perché
pensiate a noi cittadini, non ai nostri politici.
Siamo cittadini in grado di tollerare la Tolleranza
Zero?
Maurizio Maggiani
Maurizio Maggiani (Castelnuovo Magra, La Spezia, 1951) con Feltrinelli ha pubblicato: Vi ho già tutti sognato una volta (1990), Felice alla guerra (1992), màuri màuri (1989, e poi 1996), Il …