Diciottenne appena uscito dal liceo, Karl Ove Knausgård va a vivere in un piccolo villaggio di pescatori nell’estremo Nord della Norvegia, sul circolo polare artico. Lo attende il suo primo lavoro da insegnante, anche se Karl Ove non mostra grande interesse per la professione. Il suo obiettivo è mettere da parte i soldi per viaggiare e trovare spazio e tempo per dare avvio alla sua carriera di scrittore. All’inizio tutto sembra andare bene: nascono i primi racconti, la bizzarra gente del posto è interessante e riceve lusinghiere attenzioni da diverse ragazze.
Ma quando le lunghe notti polari cominciano a oscurare il meraviglioso paesaggio, la vita di Karl Ove prende un’altra piega. Le storie che scrive tendono a ripetersi, beve sempre di più e i suoi tentativi di perdere la verginità finiscono in umiliazione e vergogna, fino all’attrazione proibita per una giovanissima allieva.
E lungo la strada riemergono gli anni del liceo e le radici dei suoi problemi. Tutto, sempre, all’ombra del padre.
“Volevo rubare, bere, fumare hashish e sperimentare droghe, vivere fino in fondo un’esistenza rock ’n’ roll, mandare nel modo più assoluto e totale a fanculo tutto quanto e con tutto me stesso.”