“La genesi dello squadrismo è ricostruita in ogni suo aspetto” Silvio Bertoldi, Corriere Della Sera
Le squadre d’azione mussoliniane, braccio armato dei Fasci di combattimento fondati a Milano nel 1919, attraverso l’uso combinato di violenza bruta e iniziativa politica – con la connivenza di settori dell’apparato statale – inflissero un colpo mortale agli avversari, spianando così la strada all’instaurazione del regime fascista, con cui si chiuse il drammatico scenario successivo alla Grande Guerra.
Grazie a una meticolosa ricerca d’archivio, Franzinelli ricostruisce in modo avvincente la cronologia della violenza politica che per quattro anni insanguinò l’Italia, e sancì la vittoria militare delle squadre d’azione. Scontri armati tra fascisti, “sovversivi” (socialisti, comunisti, repubblicani, anarchici) e forze dell’ordine, spedizioni punitive, vendette, agguati; di ogni episodio vengono precisati data, luogo, numero e nomi delle vittime e, spesso, dei carnefici. Sullo sfondo di guerra civile incombente si stagliano le figure dei grandi strateghi del fascismo (Mussolini, Balbo, Bottai, De Vecchi, Grandi) e quelle dei giovani comandanti delle squadre d’azione (Muti, Pavolini, Ricci e Starace), che sarebbero presto diventati gerarchi del regime. Le cento schede biografiche che costituiscono la sezione centrale del volume non solo offrono un campionario delle varie anime del movimento “diciannovista”, ma illustrano anche l’essenziale apporto culturale fornito dal futurismo marinettiano, il ruolo della componente giovanile e ribellistica e le differenze della duplice matrice – urbana e agraria – delle camicie nere.
Vincitore dell’8° Premio nazionale Benedetto Croce.