
Il grottesco del regime. Intervista a Marco Archetti
‟Le dittature sono una tragica farsa, il grottesco è un tono mimetico”. Marco Archetti su Maggio splendeva, il suo nuovo romanzo.
‟Già ai tempi della scuola mi interessavano i totalitarismi, le personalità dei dittatori così umane e insieme così bestiali, veri concentrati di passioni. Poi sono andato a Cuba, a vedere se esiste il paradiso in terra. Ma non esiste, è un inferno”.

‟Io, che ho fatto scomparire il duce”. Intervista a Marco Archetti
Intervista a Marco Archetti, trentenne narratore e autore di Maggio splendeva in cui il protagonista ha il potere di far sparire con lo sguardo persone e oggetti. Un romanzo ambientato nel Ventennio e dalla trama intrigante.

Nick Cave: ‟Io uccido Bunny Munro”. Un’intervista
‟In questa storia non c'è salvezza, non c'è redenzione. Non c'è perché non ce n'è bisogno. La redenzione è uno spettacolo a buon mercato che viene messo in scena nelle patetiche trasmissioni della Tv del pomeriggio. Non volevo scrivere una storia in cui il protagonista capisce qualcosa, si converte o baggianate del genere, non c'è una morale tra le righe. Volevo semplicemente che finisse tagliato a metà sul percorso, come accade alla maggior parte della gente, senza ulteriori possibilità. Per finali diversi rivolgersi a Hollvwood o al cristianesimo.”

I dubbi del ‟Che” sul sogno comunista. Intervista a Pierre Kalfon
Pierre Kalfon, saggista, giornalista e autore della biografia del ‟Che”, ripercorre alcuni momenti della vita di Ernesto Guevara, soffermandosi in particolare sul rapporto con Fidel Castro e sulle loro differenti visioni politiche.
‟Già a partire dal 1964, ma forse anche prima - da quando il Pcc si impossessa di tutta la macchina dello Stato - comincia a esprimere serie perplessità: lo confessa in privato a un amico, dicendogli che non bisogna fidarsi troppo del Partito comunista. Il "Che" è contrario a ogni forma di nomenklatura. I primi segnali allarmanti si vedono con l’espulsione di Jorge Masetti dall’agenzia Prensa Latina, di cui era stato il fondatore, perché troppo indipendente rispetto alle direttive del partito”.