Il futuro è morto, e noi siamo sonnambuli in un incubo. Intervista a J.G. Ballard

Il futuro è morto, e noi siamo sonnambuli in un incubo. Intervista a J.G. Ballard

‟La società inglese si sta ritribalizzando, è svuotata di ogni ideale, di ogni spinta sociale. Non resta che il consumismo. Ci stanno drogando con i beni di consumo e dobbiamo svegliarci”. J.G. Ballard su Regno a venire, il suo nuovo romanzo.
"Vedo periferie che si diffondono per il pianeta, la suburbanizzazione dell’anima, vite senza senso, noia assoluta. Una specie di mondo della tv pomeridiana, quando sei mezzo addormentato... E poi, di tanto in tanto, bum! Un evento di una violenza assoluta, del tutto imprevedibile: qualcosa come un pazzo che spara in un supermercato, una bomba che esplode. È pericoloso".

Richard Ford, intervista a Fahrenheit

Richard Ford, intervista a Fahrenheit

"La logica della storia è che se si è solipsistici, se si è incapaci di avventurarsi fuori dal piccolo cosmo del sé, si è in una condizione a rischio. Quando si fallisce nel tentativo di guardare al di là di sé ci si mette nei guai."

Stefano Benni: Venticinque storie di solitudine e mistero

Stefano Benni: Venticinque storie di solitudine e mistero

Venticinque racconti mai scontati, pieni come sempre di irresistibile bizzarria, che si addentrano negli aspetti piùimprevedibili e misteriosi della vita. Benni è sempre lucido e sagace, ma non più scanzonato come in Bar sport o Il bar sotto il mare. In queste pagine veloci come acquarelli, ma dalla scrittura accuratissima, offre una densa galleria di umanità che fa sorridere, con un po' di tristezza, dell'insipienza umana, e soprattutto fa riflettere. Tutti i personaggi ritratti da Benni sono soli, per un motivo o per un altro. I casi sono tutti emblematici, riflettono la complessità del mondo e delle situazioni. In un quadro che si arricchisce e si approfondisce fino a prendere il lettore alle viscere, per trascinarlo dentro le pagine, a riscoprire nelle vicende narrate anche il proprio istante di solitudine nel mondo, o il vuoto di una routine addormentata nell'abitudine, senza il coraggio di rialzare la testa e guardare il cielo per cercare questa famosa ‟grammatica” degli eventi.

L’esordiente Benedetta dall’editore. Colloquio con Benedetta Cibrario

L’esordiente Benedetta dall’editore. Colloquio con Benedetta Cibrario

Un libro complicato, la storia di una vita femminile dall'inizio alla fine del Novecento raccontata con continui abilissimi incastri temporali (sembra costruito alla moviola, e infatti: ‟Mi sono laureata in Storia del cinema; come tutti quelli che vengono dal cinema so che il montaggio è essenziale”) e una dose di ‟romanzesco” che solo una mano fermissima, diresti, può controllare senza precipizi nel melò: la passione divorante; nel retrò: l'aristocrazia mitteleuropeo; addirittura nel fashionable: le colline del Chianti e la poesia del vino.