Claudio Fava

Claudio Fava (1957), giornalista e politico, ha dedicato gran parte della sua attività professionale alla denuncia della criminalità organizzata (il padre Giuseppe è stato ucciso dalla mafia) ed è autore tra l’altro di Cinque delitti imperfetti (Mondadori, 1994), Il mio nome è Caino (Baldini & Castoldi, 1997) e Quei bravi ragazzi (Sperling & Kupfer, 2007). Con Feltrinelli ha pubblicato I cento passi (2001), insieme a Marco Tullio Giordana e Monica Zapelli, e Teresa (2011).

I cento passi di Claudio Fava, Marco Tullio Giordana, Monica Zapelli

Un fila "civile" e di successo. Una sceneggiatura scritta con passione e intelligenza. Una storia italiana, vera e fuori dagli schemi. La storia di Peppino Impastato, nato a Cinisi, provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948. Il padre, Luigi, è un piccolo imprenditore affiliato al …

Claudio Fava: Quel che so delle prigioni Cia

Claudio Fava: Quel che so delle prigioni Cia

Insomma, non c’era soltanto Guantanamo. La geografia degli orrori voluta dal presidente Bush per dare scacco al terrorismo internazionale prevedeva un discreto numero di prigioni segrete, gestite dalla Cia e rimediate in giro per il pianeta…

Claudio Fava: Vogliamo dimenticare il processo Cuffaro?

Insomma, visto che l'onorevole Cuffaro ha vinto le elezioni, del suo processo non se ne deve parlare più. Pena scomuniche politiche o grossolane invettive...

Claudio Fava: I nuovi schiavi

A me ricorda certe cartoline siciliane quando ancora la terra era una somma di latifondi e nei paesi del dopoguerra i disoccupati, per campare, s’industriavano a fare i ‟giornatari”, braccianti pagati un tanto a giornata di lavoro.

Claudio Fava: Legittima difesa. Bentornati al medioevo

Per sparare a qualcuno sarà sufficiente che ci si senta minacciati. E se non hai il porto d'armi puoi ripiegare su qualsiasi altro ‟mezzo idoneo”... Una fantasiosa estensione del principio di legittima difesa che ci riporta al medioevo.

Claudio Fava: Quel ragazzo sugli scogli

Bisogna che la morte ci faccia male, per percepirne l’oscenità. Bisogna che davanti a quei sacchi di tela nera vengano condotti i miliziani della razza ariana, quelli alla Borghezio, paffuti e logorroici nelle loro sviolinate a favore dei Cpt