Guido Olimpio: Turchia: I generali contro Erdogan sul fondamentalismo islamico

06 Ottobre 2006
Lo strano dirottamento aereo di Brindisi sarebbe stato archiviato rapidamente se non avesse coinvolto la Turchia. Specie in questa fase. A parte le ovvie preoccupazioni per la visita del Pontefice, l’episodio si inserisce in un momento politico delicato e riporta alla memoria vecchi intrighi. La Turchia ha vissuto anni di manovre torbide con misteriosi rapporti tra 007, integralisti, estremisti di destra, narcotrafficanti. Un contropotere capace di organizzare manovre destabilizzanti o di creare diversivi. La realtà ora è cambiata, ma la Turchia, con frequenza ciclica, soffre di sbalzi di tensione, dovuti a problemi cronici e nuove realtà. L’ultimo scontro è di appena tre giorni fa. Con un pronunciamento che ha destato grande emozione il capo di Stato maggiore turco, generale Yashar Buyukanit, ha affermato: ‟Il fondamentalismo islamico sta minacciando sempre di più il secolarismo in Turchia e bisogna prendere urgentemente qualsiasi provvedimento atto a fermarlo”. Un monito subito sottoscritto da altri generali e soprattutto dal presidente della Repubblica Ahmed Sezer pronto a denunciare ‟la minaccia reazionaria”. Due i destinatari del messaggio. Il primo è l’Unione Europea, alla quale gli ufficiali si presentano come custodi del laicismo e come formidabile baluardo contro gli estremisti. Al tempo stesso i generali tradiscono il timore che l’Ue possa alla lunga limitare il loro potere. Infatti il pronunciamento è coinciso con la visita del Commissario europeo che segue il dossier dell’allargamento, Olli Rehn, che ha ribadito: ‟Le forze armate devono essere sottomesse al potere civile”. Affermazione che può sembrare scontata, ma non lo è in Turchia, dove i militari hanno una lunga tradizione di coinvolgimento negli affari politici con ben tre colpi di Stato tra il 1960 e il 1980. Il secondo messaggio è rivolto al premier Recep Tayyip Erdogan, esponente del partito islamico Akp, accusato di favorire la deriva integralista. Un attacco - aggiungono gli osservatori - motivato anche dalle prossime elezioni presidenziali. I generali da un lato appoggiano l’ingresso nell’Ue, ma dall’altro pretendono di continuare ad avere un ruolo di perno. La sferzata degli ufficiali ha colto il premier in missione negli Stati Uniti. Dunque su una scena diplomatica delicata. Ed Erdogan ha reagito negando l’esistenza di qualsiasi minaccia da parte dei fondamentalisti. Quando un giornalista gli ha chiesto se la Turchia si può svegliare un mattino sotto il rombo dei tank - ossia un golpe - il premier ha ostentato sicurezza. ‟Sono cose del passato, stiamo negoziando l’ingresso nell’Unione”. Dichiarazioni che non possono però nascondere la gravità del confronto. Anche perché la situazione dell’ordine pubblico è peggiorata negli ultimi mesi. Un paio di complotti qaedisti sventati, l’assassinio di un sacerdote italiano per mano di un integralista, la stagione delle bombe dei separatisti curdi con un pesante bilancio di vittime. Violenza individuale e di gruppo che ha riproposto la necessità di sicurezza, rafforzata dal lento avvicinamento all’Europa. Ed è in questo quadro che i generali vogliono rigiocare la solita carta dei difensori dello Stato nel solco tracciato da Kemal Atatürk, il padre della Turchia moderna.

Guido Olimpio

Guido Olimpio, 48 anni, è giornalista del ‟Corriere della Sera”. Dal 1999 al 2003 corrispondente in Israele. Da vent'anni segue il terrorismo internazionale e, in particolare, quello legato alle crisi …