Il gatto lupesco

Poesie 1982-2001

di Edoardo Sanguineti

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“che cosa è l’uomo? dove sta la sua storia? è la cornice, il cavallo a dondolo, la radio: è la sua vita tutte queste cose”

Una raccolta di raccolte, BisbidisSenzatitoloCorollarioCose Poesie fuggitive, contenitore di vent’anni di fittissima attività poetica, che mette in luce la ricerca coerente e profonda di un autore: forza dell’avanguardia, ironia dissacratoria, humour nero. Nella costante opera di revisione e sperimentazione, Sanguineti vira più marcatamente verso la quotidianità, che si fa centro della riflessione poetica e viene sottoposta a un discorso straniante, talvolta parodico, di deformazione grottesca e di umorismo arguto. È così che troviamo, ad alternarsi, poesie cartolina, resoconti dei viaggi più diversi, poesie travestimento, poesie gioco dove l’esperienza di vita, personale e individuale, si intreccia con l’interpretazione del mondo, l’uomo con la grande storia. Il progetto è quello di una scrittura per il reale, per questo tutto è movimento e dinamicità. Il gatto lupesco pare non solo insegnare – come amava dire Sanguineti – all’animale-uomo che deve morire, ma invitarlo a non temere la morte.
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Edoardo Sanguineti

Edoardo Sanguineti (1930-2010) è stato uno dei protagonisti delle neoavanguardie del secondo Novecento. Poeta, drammaturgo, critico letterario, traduttore e saggista, è stato tra i membri fondatori del Gruppo 63 e …

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Premio Bagutta, in duecento al gala letterario

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Dopo un trentennio, dunque, torna a vincere il premio anche la casa editrice milanese, con una Inge Feltrinelli raggiante.

Premio Bagutta a due autori Feltrinelli

Eva Cantarella con Itaca ha vinto il Premio Bagutta 2002 per la saggistica, mentre Edoardo Sanguineti con Il gatto lupesco ha vinto la sezione poesia dello stesso Premio, giunto con questa alla sua 68a edizione.

Sanguineti: "Sms e chat non distruggono la poesia"

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"Sono un gatto lupesco e laido e lieto", così Edoardo Sanguineti si presenta ai lettori nella nuova raccolta di poesie, appena pubblicata e di fresco premiata con il Premio Bagutta a Milano. "È un'espressione che deriva da un componimento del Duecento italiano", racconta il poeta genovese tra lo scrosciare di tazzine da caffè di un bar sotto i portici del Carlo Felice e l'insistenza della pioggia che chiude la vista oltre le vetrine.
"Ho scelto 'gatto lupesco' come titolo del libro perché questo animale di fanta-zoologia di tradizione medioevale mi rappresenta bene, in modo divertente". Settantadue anni da compiere nei prossimi giorni, una carriera accademica conclusa da poco, una produzione poetica che si può inscrivere tra Laborintus del 1956 e questa ultima fatica, Sanguineti amplia i suoi gesti con una sigaretta che non fuma stretta tra le dita: "Il libro è un contenitore che mette insieme i lavori degli ultimi vent'anni con in più circa cento pagine di inediti. Le raccolte precedenti erano esaurite e questa si è rivelata anche un'ottima occasione per rimetterle in circolazione tutte insieme".
Il libro racchiude i meccanismi più intimi della produzione di Sanguineti, dai travestimenti di poesie celebri di Pascoli e Catullo alle cartoline, dai componimenti occasionali nella sezione 'Poesie fuggitive' ai lavori contaminati dagli emoticon e dei linguaggi delle nuove tecnologie: "Ho adottato questa soluzione soprattutto nell'ultima poesia del libro, un modo per fare appello al silenzio. Con gli emoticon ho inteso concludere un discorso, utilizzando questa scrittura come un geroglifico che viene a surrogare la parola e a bruciarla, a consumarla".

Sanguineti: «La poesia è come un rap»

Un titolo che sembra sortito, come per incanto, da qualche oscuro manualetto di zoologia fantastica. Davvero inaspettato. E dispettoso. Comunque inquietante. Il gatto lupesco: questo il nome della raccoltona che racchiude vent'anni di incessante lavorìo verbale del poeta Sanguineti. A ben vedere, qualcosa che riassume. E che prelude. Ludico, senz'altro. Sornione, ma non solo. C'è anche - a ben vedere - quel suo guardare oltre. O altrove. Sta nelle "Comete". Quasi a dire: viaggiando, si segnala. Sognando, a volte, l'incontro con un doppio. Oppure, detto altrimenti: con l'ombra cupa e spuria di un divorante lupo (gattesco).