Laura Lilli intervista Doris Lessing nel 2002

17 Novembre 2013

Laura Lilli intervista Doris Lessing
Tratto da "la Repubblica", 11 marzo 2002

Luglio 1914. Julia Arne, quattordicenne di Stoccarda figlia di un diplomatico e di un musicista, si fidanza con Philip Lennox, terzo segretario all´ambasciata inglese di Berlino. Poco dopo scoppia la prima guerra mondiale. Le due ottime famiglie sono incredule: perché mai Germania e Inghilterra dovrebbero combattersi? Il Kaiser non è nipote della Regina Vittoria?
Su opposte trincee, Julia perse due fratelli e Philip un braccio. Si ritrovarono, però. E, anche se ormai irriconoscibili l´uno all´altra, si sposarono. Lei si trasferì a Londra e lui rinunciò a una carriera di ambasciatore per via della moglie tedesca, scegliendo spontaneamente di lavorare al Foreign Office. Forse si amarono. Certo fra loro la buona educazione, radicata come una seconda pelle, ebbe il sopravvento. "E´ una storia vera. Qualcuno me l´ha raccontata tempo fa. Mi colpì, e ora mi sono trovata ad usarla. Ogni tanto mi succede", mi dice Doris Lessing.
Anche se non collocata nelle primissime pagine de Il sogno più dolce, suo ultimo affascinante romanzo, è proprio questa la storia che dà origine alle infinite altre storie che popolano questa saga di una famiglia, i Lennox di Londra, che copre l´intero Novecento, fitta di adolescenti e di vecchi, di amori e di solitudini, di splendori e miserie, di sognatori bugiardi e di silenziosi eroi quotidiani.
"In fondo", afferma l´autrice, "si tratta di un romanzo familiare vecchio stile, che proietta e conduce avanti una storia. Non ci sono trucchi. Ci tengo molto, a questo spessore di tempo. In Inghilterra ho ricevuto recensioni che enfatizzano ognuna un periodo: gli anni Trenta, gli anni Sessanta, gli ultimi anni un cui sposto l´azione in Africa. E invece a me preme far capire che questa è una storia tutta intera, da leggere e, spero, godere dall´inizio alla fine, pagina per pagina, passaggio per passaggio, trasformazione per trasformazione".
E, verrebbe da aggiungere, salto per salto: non per via della trama, che è solidissima, ma del secolo fitto di soprassalti che Doris Lessing ha scelto di raccontare, e che rende la lettura un bel po´ più emozionante e coinvolgente per noi che non quella di un romanzo di Jane Austen. La narrazione va avanti spavaldamente sul privato: dialoghi fra amiche, fra innamorati, fra adolescenti, fra suocera e nuora, fra ex (amanti, coniugi, compagni di partito); minute descrizioni di cosa c´è da mangiare o di chi si siede a tavola; disappunto per offerte di lavoro che non si possono accettare o per amori impossibili o per pianti o silenzi di bambini. Il punto di vista è femminile, come nei libri della Lessing che fecero scalpore in Italia negli anni del femminismo, a cominciare da Il taccuino d´oro. Sullo sfondo, però, passano nientemeno che nazismo, comunismo, due guerre mondiali, due dopoguerra, la decolonizzazione, la battaglia per il disarmo atomico.


Signora Lessing, Lei dice nella nota introduttiva di avere scritto questo libro al posto del terzo volume della sua autobiografia. Ci sono, qui, personaggi o situazioni che riguardino la sua vita?
"No, assolutamente. Questo è un romanzo, qualcosa di molto diverso dall´autobiografia. Ho scelto questa scrittura basata sull´invenzione proprio per non far soffrire alcune persone. Anzi, per proteggerle".


Il titolo è Il sogno più dolce. Ma di sogni, qui, ce ne sono almeno due: quello comunista degli anni Trenta e quello (quelli) degli anni Sessanta, culminati nel ´68.
"Mi interessava scrivere sugli anni Sessanta, su cui oggi fra l´altro c´è tanta curiosità. Ci ho pensato a lungo. Mi affascinava quella sorta di pazza generosità, i giovani viaggiavano il mondo, dormivano qua e là ed erano dovunque i benvenuti (nella casa di Frances se ne alternano a decine). Vigeva una sorta di cultura del "vieni pure avanti, chiunque tu sia, di qualunque colore tu sia". Una giornalista tedesca trentenne che mi ha intervistato era inorridita. Ma perché facevano questo?, chiedeva. Invecchiando, uno non si rende conto di quanto il tempo corra, e di quanto presto tutto sia dimenticato. Non parliamo poi delle donne giovani: danno tutto per scontato, come se gli agi e i diritti di cui godono fossero sempre stati lì e non fossero costati niente a nessuno".

Dunque il "sogno più dolce" è quello degli anni Sessanta?
"Oh, no. È quello della mia prima giovinezza. È il sogno comunista".

Questo sogno alla fine del libro è rappresentato dai tragici risultati del comunismo in alcuni paesi africani immaginari ma non tanto. Ma, in tutto il romanzo, fin dalla primissima pagina, è impersonato da una figura dominante e motrice di eventi, insieme emblematica e caricaturale: il "compagno Johnny", marito (ma solo per poco) di Frances. Nasce nel 1920, figlio di Philip e Julia, ultima inaspettata aggressione del "nuovo che avanza" per i due sventurati aristocratici. Viene chiamato Jolyon Meredith Wilhelm Lennox, ma pur andando a scuola a Eton, si trasforma presto nel "compagno Johnny". Non è solo affascinato dall´ideologia comunista. È anche bugiardo, egoista, "macho", petulante, fanfarone (si vanta di aver fatto la guerra in Spagna mentre non è vero), sbafatore, ricattatore psicologico (in nome della rivoluzione marcia sulle vite di quanto gli stanno intorno, pronto ad accusarli di fascismo per ottenere soldi e favori). Al momento opportuno, infine, si ricicla in santone, salvo qualche brindisi a Lenin.
Che personaggio incredibile...
"Non capisco perché lei dica questo. È un comunista. Sono così, lasci che glielo dica io che ne ho sposato uno".

Ma questo è un po´ speciale. Intanto è un aristocratico. È vero che in Inghilterra ci fu la vague comunista mescolata con l´omosessualità a Oxford e Cambridge, e ci furono i famosi casi delle spie, da Burgess e Mac Lean fino ad Anthony Blunt. Ma questa è una storia inglese, una storia a parte.
"Non è affatto vero. È un modello che si ripete. Classi alte e medie".

Può darsi, ma c´è almeno un paese in cui la maggioranza dei comunisti era povera gente. Il partito comunista non li ha ammazzati né imprigionati, anzi a suo tempo ha fatto molto per loro.
"E sarebbe?".

L´Italia, dove Lei sta per andare in libreria. Nel dopoguerra era un paese povero, di contadini analfabeti spesso obbligati a emigrare. Il partito comunista ha dato un contributo decisivo alla Resistenza, alla scrittura di una Costituzione democratica, alla educazione (anche democratica) della gente...
"Il secondo volume della mia autobiografia parla molto dei comunisti. Tutti li ammiravano, erano bravissimi, ma poi quando si veniva dalla Russia...".

Anche in questo l´Italia è diversa. Già negli anni Settanta Enrico Berlinguer teorizzava una "terza via" tra capitalismo e socialismo, dichiarava di preferire la Nato, parlava di diritti civili a Castro e litigava coi leader sovietici. Al suo funerale Mosca mandò solo un oscuro funzionario che si proclamava suo allievo, Michail Gorbaciov...
"Vede, io penso che il sogno comunista sia stato una terribile perdita di energie. Da ragazza ero piena di sogni. Sono cresciuta in Rhodesia (oggi Zimbabwe). Ero contro il dominio bianco. Ci credevo, credevo alla liberazione di quei paesi e non potevo stare vicino ai neri quanto avrei voluto per colpa dell´apartheid. Quante sciocchezze. E ora, nello Zimbabwe, la gente non fa che morire. Ci sono stata di recente, ho visto gli ospedali che vanno inutilmente e illegalmente avanti senza medicine grazie alla pazzia di qualche volontario bianco... ho amici lì, ho visto... ti si spezza il cuore, ecco".

Pensa che l´Africa sia definitivamente condannata?
"Non proprio. Nel Botswana e in Mozambico ci si muove seguendo il buon senso. Penso che quello che è stato distrutto non sparirà, ed entrerà nel futuro. Ma il futuro sarà diverso da quello che noi abbiamo sognato e per cui abbiamo combattuto. Ma questo forse è solo sentimentalismo".

Il sogno più dolce di Doris Lessing

Anni fatti di speranze, di lotte, di sofferenze. Di Grandi Sogni. Sono gli anni sessanta e il clan Lennox sembra non volersi o non potersi risparmiare nessuna contraddizione. I giovani, che rompono i tradizionali vincoli e chiedono libertà, vengono considerati dalle generazioni più vecchie come per…

Doris Lessing

Doris Lessing (1919-2013) è nata a Kermanshah, in Iran, e ha vissuto fino a trent’anni in Zimbabwe (allora Rhodesia). Nel 1949 si è definitivamente trasferita in Inghilterra. Feltrinelli ha pubblicato: …