Boris Biancheri: Il muro e le parole

25 Giugno 2002
Nel clima di ordinaria tragedia del problema mediorientale - altri feroci attentati, altre inutili ritorsioni - ci sono due elementi nuovi. Il primo è l´attesissimo, più volte rinviato discorso di Bush, che però malgrado la suspense molti elementi innovatori non ne apporta. Riafferma, sì, la volontà di giungere alla creazione di uno Stato palestinese ma ne condiziona la realizzazione al compimento di un processo di democratizzazione che significa di fatto la liquidazione di Arafat e comunque un rinvio a tempo indeterminato dell´intero processo. L´altro fatto nuovo, o quasi, è la barriera che Sharon sta costruendo per separare ermeticamente la Palestina da Israele. Un´idea appoggiata da vari intellettuali, tra cui Yehoshua, che vedono nella separazione dei due popoli la sola alternativa a una guerra perpetua. Un´idea, anche, che se rendesse davvero impossibili le infiltrazioni degli attentatori, interromperebbe la spirale di bombe e ritorsioni militari che sembra inarrestabile. Vi sono in essa aspetti positivi e negativi. Di positivo - oltre all´elemento sicurezza - c´è soprattutto il fatto che una simile barriera, quando fosse completata, finirebbe col distaccare psicologicamente e fisicamente non solo la Palestina ma anche le colonie israeliane che vi sono proliferate e che malgrado tutto continuano ad aumentare. Ora, queste ultime rappresentano agli occhi dei palestinesi la dimostrazione che gli israeliani, malgrado Oslo e malgrado le risoluzioni dell´Onu, non solo non vogliono una Palestina indipendente ma vogliono gradualmente annetterla. I coloni e la destra israeliana guardano dunque alla barriera con sospetto. Negativo è invece che Sharon costruisca il suo sistema difensivo senza alcun controllo, seguendo più o meno il confine della Cisgiordania ma rettificandolo qua e là se gli fa comodo. Negativo è anche che la costruzione dovrebbe richiedere un anno. I tedeschi dell´Est costruirono i 30 chilometri del Muro di Berlino in una sola notte. In un anno qualsiasi scenario mediorientale va in pezzi. Se volessero, gli israeliani potrebbero ultimare la barriera, se non in una notte, in un mese. Certo è amaro, dopo aver fatto del dialogo e della conciliazione i cardini della cultura politica di un intero mezzo secolo, ammettere ora che per evitare il suicidio di due popoli occorra impedire loro perfino di parlarsi. Ma realisticamente la barriera elettronica sembra essere ciò che di più simile possa aversi a quella forza internazionale di interposizione che Israele ostinatamente rifiuta.

Boris Biancheri

Boris Biancheri (1930-2011) è nato in Italia da padre ligure e da madre di origine russa. Ha girato il mondo e ha trascorso parte della vita in Grecia, Francia, Giappone, …