Giorgio Bocca: La decadenza dell´Impero del mercato
29 Ottobre 2002
Dicono: "Non criticare la guerra preventiva all´Iraq
mentre stai facendo il pieno di benzina, non parlar male del Pentagono se usi il
computer o altra macchina intelligente che il Pentagono ha fabbricato, non
fingere compassione per l´Africa povera se difendi il tuo reddito". Così
parla la destra cinica e raffinata, quella che osa dire le cose come stanno, che
è coerente fra quello che si dice e quello che si è, e disprezza i moralisti,
i fanatici. Ma questo cinismo in pillole è davvero intelligente, davvero
realistico e pragmatico? La sua divisione del mondo fra ricchi cui tutto è
concesso e poveri che tutto devono sopportare, fra rapaci e umili, fa manigoldi
e onesti è davvero l´unico modo di pensare il mondo, l´unico modo che la
parte ricca del mondo ha per sopravvivere? C´è da dubitarne. La morale unica e
vincente dei potenti non è più così sicura, la rivoluzione tecnologica non è
più al loro servizio esclusivo. Credere d´esser realisti rivendicando e
predicando la legge del più forte, la morale del più forte, può riserbare
amarissime sorprese. Per esempio l´intera tesi della guerra preventiva contro
gli Stati canaglia, della guerra al demonio terrorista è sottoposta all´impietosa
revisione dei fatti.
Dopo avere predicato la crociata contro il satana Saddam Hussein, produttore di armi totali come i gas, si scopre che uno dei baluardi del mondo avanzato e non integralista, non fanatico, non terroristico, la Russia, la nuova alleata del Mercato non solo dispone di gas asfissianti ma li usa anche contro i suoi cittadini pur di risolvere in fretta un suo problema di potere inconfessabile, impedire a un popolo come il ceceno di essere libero e indipendente, solo perché la Cecenia serve allo sfruttamento petrolifero. Sono scoperte che non si limitano a una élite di esperti ma che oramai fanno parte dei discorsi comuni: l´idea che dietro le guerre preventive ci sia poi solo - o dominante - la difesa del petrolio cambia totalmente l´idea che il cittadino comune ha della difesa del mondo avanzato e civile. La gente che pensava di dover rischiare la vita per la libertà e per la civiltà incomincia a pensare che sacrificarla per il petrolio sia qualcosa di spropositato, pensa che forse prima di mettere a rischio la propria concreta esistenza converrebbe che i potenti e i ricchi cercassero altre forme di approvvigionamento dell´oro nero o pagandolo di più o facendone un uso meno demenziale o possibilmente sostituendolo.
Viene il sospetto che si ripeta in questo impero della tecnica qualcosa di simile alla decadenza di quello romano: la crescente difficoltà a trovare cittadini disposti a morire per la sua sopravvivenza, la crescente difficoltà a sostituirli con dei mercenari. Il pensiero cinico si rifiuta di capire che gli imperi sono durati sulla manifesta inferiorità dei popoli conquistati e incomincia a sospettare, a temere che questa inferiorità sia ormai superata dalla rivoluzione tecnologica, dal fatto che le armi totali oggi sono alla portata di tutti, imitabili da tutti, e che il terrorismo può opporre al perdurante gap delle macchine militari la sua arma segreta, il sacrificio della vita, l´indifferenza alla morte.
Allora la predica cinica, la teoria del Condor di soffocare il nemico nella sua culla, di non perdere il tempo con i pensieri inutili della anime belle, si muta in una cambiale che prima o poi deve essere pagata. Se la guerra preventiva diventa una guerra contro il mondo intero non è più la guerra risolutiva del pensiero cinico ma una voragine di impegni, di rischi, di conflitti che nessun impero al mondo può sostenere. E allora il pensiero cinico diventa un non pensiero, un pensiero idiota quando dice che "non è possibile disprezzare la democrazia americana che ci ha dato pane e libertà" se la posta in gioco è ben altra. Se è la guerra continua per difendere confini e interessi imperiali indifendibili.
Dopo avere predicato la crociata contro il satana Saddam Hussein, produttore di armi totali come i gas, si scopre che uno dei baluardi del mondo avanzato e non integralista, non fanatico, non terroristico, la Russia, la nuova alleata del Mercato non solo dispone di gas asfissianti ma li usa anche contro i suoi cittadini pur di risolvere in fretta un suo problema di potere inconfessabile, impedire a un popolo come il ceceno di essere libero e indipendente, solo perché la Cecenia serve allo sfruttamento petrolifero. Sono scoperte che non si limitano a una élite di esperti ma che oramai fanno parte dei discorsi comuni: l´idea che dietro le guerre preventive ci sia poi solo - o dominante - la difesa del petrolio cambia totalmente l´idea che il cittadino comune ha della difesa del mondo avanzato e civile. La gente che pensava di dover rischiare la vita per la libertà e per la civiltà incomincia a pensare che sacrificarla per il petrolio sia qualcosa di spropositato, pensa che forse prima di mettere a rischio la propria concreta esistenza converrebbe che i potenti e i ricchi cercassero altre forme di approvvigionamento dell´oro nero o pagandolo di più o facendone un uso meno demenziale o possibilmente sostituendolo.
Viene il sospetto che si ripeta in questo impero della tecnica qualcosa di simile alla decadenza di quello romano: la crescente difficoltà a trovare cittadini disposti a morire per la sua sopravvivenza, la crescente difficoltà a sostituirli con dei mercenari. Il pensiero cinico si rifiuta di capire che gli imperi sono durati sulla manifesta inferiorità dei popoli conquistati e incomincia a sospettare, a temere che questa inferiorità sia ormai superata dalla rivoluzione tecnologica, dal fatto che le armi totali oggi sono alla portata di tutti, imitabili da tutti, e che il terrorismo può opporre al perdurante gap delle macchine militari la sua arma segreta, il sacrificio della vita, l´indifferenza alla morte.
Allora la predica cinica, la teoria del Condor di soffocare il nemico nella sua culla, di non perdere il tempo con i pensieri inutili della anime belle, si muta in una cambiale che prima o poi deve essere pagata. Se la guerra preventiva diventa una guerra contro il mondo intero non è più la guerra risolutiva del pensiero cinico ma una voragine di impegni, di rischi, di conflitti che nessun impero al mondo può sostenere. E allora il pensiero cinico diventa un non pensiero, un pensiero idiota quando dice che "non è possibile disprezzare la democrazia americana che ci ha dato pane e libertà" se la posta in gioco è ben altra. Se è la guerra continua per difendere confini e interessi imperiali indifendibili.
Giorgio Bocca
Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …