Giulietto Chiesa incontra il Forum Giovani di Enna
27 Febbraio 2003
Ragazzi e ragazze di intere scuole della provincia, giovani
universitari, insegnanti, cittadini, prendevano posto, in attesa di ascoltare,
capire, riflettere, su un tema di drammatica attualità "colori di
pace" da contrapporre al solo macabro e oscuro colore di guerra, colore di
morte e sofferenza. L'attesa era grande, l'ospite anche di più. Dopo una breve
introduzione al progetto da parte di Ethel Consiglio (assessore provinciale alle
politiche giovanili), prende finalmente la parola Giulietto Chiesa, grande
inviato e giornalista scomodo per quanti continuano a negare all'informazione la
sua essenza e natura: quella di informare. Nel presentare il suo ultimo libro
"La guerra infinita", Giulietto Chiesa parte proprio dal tema che più
lo affascina e più lo vede in prima linea, la battaglia per la democrazia
nell'informazione che, come spiegherà nel corso dei suoi interventi, non si
limita ad una controinformazione, essa si estende a disvelare i meccanismi
nascosti, le tecniche di manipolazione che stanno dietro ad un'informazione
(quella che passa nei TG e nei giornali) fondamentalmente falsa. Dal suo
racconto di testimone diretto in Afghanistan, emerge una guerra dalle
caratteristiche completamente diverse da quelle che le immagini, prefabbricate
ad hoc dalla stampa per l'opinione pubblica, ci hanno fatto vedere: dai colpi di
cannoni confezionati cinematograficamente; alle donne che levano il burka; agli
uomini che tagliano la barba.
E quella in Afghanistan si rivela, tutt'altro che una guerra di liberazione e democrazia. Essa conserva in sé, tutte le caratteristiche di una guerra infinita che parte dal Kosovo e mira esclusivamente al dominio geopolitico della potenza imperiale degli Stati Uniti d'America. Questa analisi che è ormai consolidata nel movimento di opposizione alla guerra, con Giulietto Chiesa, si arricchisce di elementi nuovi e linguaggi estrapolati alla semplificazione e sloganizzazione. Chiesa ci parla di un documento che risale all'amministrazione statunitense di Ronald Reagan, nel quale esplicitamente si dice: "il tenore di vita degli americani non è negoziabile". Quella che drammaticamente si affaccia alle porte, non è solo una guerra per il petrolio, essa mira ad impedire a qualsiasi nazione di mettere in crisi il tenore di vita americano. Una crisi già in corso, che vede la patria del capitalismo mondiale e il blocco occidentale, circa un miliardo di persone, in una fase di recessione economica e demografica, con crescite dell'1% annuo. Dall'altra parte del mondo, un altro miliardo di esseri umani che da soli costituiscono la Cina, cresce economicamente e demograficamente in misura assai maggioritaria. Eppure le risorse planetarie sono già in fase di esaurimento ed il tenore di vita che la globalizzazione neoliberista pretende, distrugge un patrimonio ambientale, della grandezza di tre Svizzere, ogni anno. Il pianeta Terra è davvero a rischio sopravvivenza. La rincorsa cinese al modello neoliberista ucciderebbe ogni residuo di superpotenza economica e militare degli USA, ed ecco emergere dalle ricerche di Giulietto Chiesa un altro documento allarmante, un documento ufficiale statunitense del dicembre 2000, prima quindi del 11 settembre 2001, nel quale si dichiara che entro il 2017 bisognerà stroncare l'espansione della Cina. Ma come raggiungere tale obbiettivo se nel mondo altri quattro miliardi di esseri umani non sono del tutto subalterni alle pretese della Casa Bianca? Lo scenario mondiale si tinge di cupi colori, la dottrina Bush, della guerra preventiva e della sicurezza contro il terrorismo, nasconde una drammatica sequenza, una guerra infinita, globale e permanente, che vedrà noi, i giovani di questo cruciale momento storico, come i figli diretti di questa guerra che esplicitamente Bush ha dichiarato dalla durata di trenta o quarant'anni. Un momento storico che in nome della sicurezza vedrà restringersi gli spazi di libertà personali, come già avviene negli USA.
Questa ampia discussione, che ha visto il coinvolgimento dei rappresentanti del Forum, e del pubblico, ha toccato moltissimi aspetti ai quali Chiesa ha prontamente risposto. Da Enrico che chiede in che modo ci si può difendere dalla manipolazione dell'informazione a Carmelo Albanese (Esecutivo Regionale dei/delle Giovani Comunisti/e) che analizza la portata e le potenzialità del movimento come soggetto e agente politico che si propone come ostacolo alle operazioni belliche, e i tanti blocchi ai treni della morte, lo stanno dimostrando. Giulietto Chiesa pone l'accento sul senso critico che ognuno di noi deve sviluppare, a cominciare dalla scuola, da esperimenti di comunicazione diretta e conoscenza dei meccanismi dell'informazione, come unica arma di difesa dalle manipolazioni, e ci avverte del pericolo imminente cui il movimento dei movimenti, nonostante le enormi potenzialità finora espresse, si troverà di fronte nel momento in cui leggi speciali di sicurezza, potrebbero inescare una drammatica sequenza di morti anche fra gli attivisti. A chi chiedeva un parere sulla controinformazione, Giulietto ha ribadito l'importanza di questo fenomeno ma anche la differenza tra controinformazione e lotta per la democrazia dell'informazione che estende il suo raggio per arrivare alla massa dell'opinione pubblica totalmente estranea al target del mediattivismo sulla Rete.
Impossibile essere esaustivi in questo resoconto, impossibile trasmettere le sensazioni trasmesse e percepite, quelle di un grande e vero giornalista, quelle di un padre che, lo ha più volte detto, ha paura per suo figlio e anche per noi.
E quella in Afghanistan si rivela, tutt'altro che una guerra di liberazione e democrazia. Essa conserva in sé, tutte le caratteristiche di una guerra infinita che parte dal Kosovo e mira esclusivamente al dominio geopolitico della potenza imperiale degli Stati Uniti d'America. Questa analisi che è ormai consolidata nel movimento di opposizione alla guerra, con Giulietto Chiesa, si arricchisce di elementi nuovi e linguaggi estrapolati alla semplificazione e sloganizzazione. Chiesa ci parla di un documento che risale all'amministrazione statunitense di Ronald Reagan, nel quale esplicitamente si dice: "il tenore di vita degli americani non è negoziabile". Quella che drammaticamente si affaccia alle porte, non è solo una guerra per il petrolio, essa mira ad impedire a qualsiasi nazione di mettere in crisi il tenore di vita americano. Una crisi già in corso, che vede la patria del capitalismo mondiale e il blocco occidentale, circa un miliardo di persone, in una fase di recessione economica e demografica, con crescite dell'1% annuo. Dall'altra parte del mondo, un altro miliardo di esseri umani che da soli costituiscono la Cina, cresce economicamente e demograficamente in misura assai maggioritaria. Eppure le risorse planetarie sono già in fase di esaurimento ed il tenore di vita che la globalizzazione neoliberista pretende, distrugge un patrimonio ambientale, della grandezza di tre Svizzere, ogni anno. Il pianeta Terra è davvero a rischio sopravvivenza. La rincorsa cinese al modello neoliberista ucciderebbe ogni residuo di superpotenza economica e militare degli USA, ed ecco emergere dalle ricerche di Giulietto Chiesa un altro documento allarmante, un documento ufficiale statunitense del dicembre 2000, prima quindi del 11 settembre 2001, nel quale si dichiara che entro il 2017 bisognerà stroncare l'espansione della Cina. Ma come raggiungere tale obbiettivo se nel mondo altri quattro miliardi di esseri umani non sono del tutto subalterni alle pretese della Casa Bianca? Lo scenario mondiale si tinge di cupi colori, la dottrina Bush, della guerra preventiva e della sicurezza contro il terrorismo, nasconde una drammatica sequenza, una guerra infinita, globale e permanente, che vedrà noi, i giovani di questo cruciale momento storico, come i figli diretti di questa guerra che esplicitamente Bush ha dichiarato dalla durata di trenta o quarant'anni. Un momento storico che in nome della sicurezza vedrà restringersi gli spazi di libertà personali, come già avviene negli USA.
Questa ampia discussione, che ha visto il coinvolgimento dei rappresentanti del Forum, e del pubblico, ha toccato moltissimi aspetti ai quali Chiesa ha prontamente risposto. Da Enrico che chiede in che modo ci si può difendere dalla manipolazione dell'informazione a Carmelo Albanese (Esecutivo Regionale dei/delle Giovani Comunisti/e) che analizza la portata e le potenzialità del movimento come soggetto e agente politico che si propone come ostacolo alle operazioni belliche, e i tanti blocchi ai treni della morte, lo stanno dimostrando. Giulietto Chiesa pone l'accento sul senso critico che ognuno di noi deve sviluppare, a cominciare dalla scuola, da esperimenti di comunicazione diretta e conoscenza dei meccanismi dell'informazione, come unica arma di difesa dalle manipolazioni, e ci avverte del pericolo imminente cui il movimento dei movimenti, nonostante le enormi potenzialità finora espresse, si troverà di fronte nel momento in cui leggi speciali di sicurezza, potrebbero inescare una drammatica sequenza di morti anche fra gli attivisti. A chi chiedeva un parere sulla controinformazione, Giulietto ha ribadito l'importanza di questo fenomeno ma anche la differenza tra controinformazione e lotta per la democrazia dell'informazione che estende il suo raggio per arrivare alla massa dell'opinione pubblica totalmente estranea al target del mediattivismo sulla Rete.
Impossibile essere esaustivi in questo resoconto, impossibile trasmettere le sensazioni trasmesse e percepite, quelle di un grande e vero giornalista, quelle di un padre che, lo ha più volte detto, ha paura per suo figlio e anche per noi.
Giulietto Chiesa
Giulietto Chiesa (1940) è giornalista e politico. Corrispondente per “La Stampa” da Mosca per molti anni, ha sempre unito nei suoi reportage una forte tensione civile e un rigoroso scrupolo …