Gianfranco Bettin: La soglia di Gorizia

01 Aprile 2003
"Per migliaia di clandestini kossovari, rumeni, pakistani, bengalesi, cinesi, iraniani, sloveni, croati, serbi, è Gorizia la soglia dell'Europa, nei momenti più caldi hanno varcato il confine fino a trentamila persone all'anno, l'equivalente di una nave al giorno, scavalcando la rete o passando dai buchi segnalati da pezzetti di stoffa": Gorizia, frontiera estrema del Nordest italiano, in realtà passaggio da e per l'Europa, o meglio tra un'Europa e l'altra e tra Europa e Oriente, è un luogo chiave della mappa delle odissee contemporanee descritte in un libro bellissimo di Maria Pace Ottieri, Quando sei nato non puoi più nasconderti. Viaggio nel popolo sommerso, pubblicato dalle edizioni Nottetempo (p. 172, € 12,00). Maria Pace Ottieri, vera scrittrice (come già nei suoi altri libri, Amore nero, Mondadori 1984, e Stranieri. Un atlante di voci, Rizzoli 1997) oltre che attenta e partecipe cronista di drammi e avventure che danno il senso di quante peripezie riserbi la sorte a chi entra nel vortice dell'attuale movimento del mondo, percorre dalla Sicilia all'estremo Nord le piste degli immigrati, quasi sempre clandestini, nel nostro paese, in particolare dopo l'avvento della Bossi-Fini.
"In ogni storia è nascosta una vita che va liberata dalla scorza del silenzio", ci dice Ottieri: "Senza il racconto, le ultime avventure degne di questo nome, le inaudite imprese di mare e di terra di uomini del deserto e delle montagne, resterebbero inenarrate". Le storie che in questo libro ci vengono restituite sono innumerevoli, letteralmente. Ognuna, poi, si fonde con le altre, sospesa un giorno, o una notte, continua poi dentro un'altra, riappare in un altro luogo, s'incarna in altre persone. Maria Pace Ottieri diventa una Shehrazade di strada, capace di intendere le lingue o, almeno, i sentimenti e i disegni di vita, la capacità di immaginare un futuro diverso, che muovono le persone che incontra (nei loro rifugi di fortuna o nei luoghi che danno accoglienza malgrado tutto, malgrado l'Italia infame e razzista che gli cresce intorno: di questo paese davvero dignitoso e civile Ottieri disegna un profilo puntuale, delle sue fatiche e delle sue generose attività, con personaggi spesso straordinari e a volte inattesi, cioè non solo tra i preti o i laici delle associazioni antirazziste e di impegno sociale, ma fra gli stessi addetti ai pattugliamenti delle coste).
Libro dunque che ha uno spessore e una profondità che vanno ben oltre il suo valore contingente di documentazione su un brano decisivo della storia in corso - del "presente come storia", cioè - Quando sei nato non puoi più nasconderti fa anche un primo bilancio sulla politica della destra, fissando con fatti e dati velleità e crudeltà della nuova legge, il degenerare delle politiche di accoglienza, comprese quelle per i rifugiati. Proprio tra Trieste e Gorizia questa chiusura progressiva e indiscriminata viene ben documentata da Ottieri, in parallelo alla crescita del ruolo dei trafficanti di uomini, che di tali politiche di chiusura si alimentano.
Un libro importante, dunque, per le cose che narra non meno che per il modo in cui le narra: una scrittura alta che, nella sua qualità e nella sua forza, nella sua intensità, rappresenta già un atto di giustizia verso le vite "sommerse" che riporta alla luce.

Gianfranco Bettin

Gianfranco Bettin è autore di diversi romanzi e saggi. Con Feltrinelli ha pubblicato, tra gli altri, Sarajevo, Maybe (1994), L’erede. Pietro Maso, una storia dal vero (1992; 2007), Nemmeno il destino (1997; 2004, da cui è …