Marina Forti: Una corteccia che cura la malaria
A rendere importante l'artemisina è ora il fatto che molti dei farmaci in uso stanno diventando inefficaci. E' uno dei motivi di allarme per l'Oms e tutti coloro che si occupano di malaria: sono comparsi ceppi mutati di plasmodium falciparum resistenti ai farmaci oggi in commercio, dalla vecchia clorochina (isolata negli anni `50) ormai del tutto inutile, fino a farmaci più nuovi e aggressivi, così che bisogna ricorrere a sempre nuove combinazioni (in Asia di sud est poi ci sono ceppi resistenti ormai a tutti i farmaci noti). Certo, anche l'artemisina potrebbe fare la stessa fine: così è stato deciso di usarla in cocktail.
Dunque la notizia (che troviamo sul ‟New York Times”) è che il ‟Global Fund”, il fondo internazionale per la lotta a Aids, tubercolosi e malaria istituito dal G8 del luglio 2001, ha deciso di investire 450 milioni di dollari nei prossimi 5 anni per comprare dosi del nuovo farmaco. Le agenzie di aiuti dei "donatori", in particolare americani e britannici, e Oms, Unicef e Banca mondiale, hanno accettato la nuova linea: 11 paesi hanno avuto fondi per comprare artemisina, e altre 34 hanno avuto istruzione di cancellare le ordinazioni per due vecchi medicinali (clorochina e sulfadoxina-prymethamina) e comprare invece quello nuovo. La svolta è netta, fino a tempi recentissimi le stesse agenzie erano riluttanti. Un esperto del Dipartimento per lo sviluppo internazionale del governo britannico dichiara al quotidiano newyorkese che a fargli cambiare idea è stata l'esperienza dell'Uganda, dove la resistenza ai farmaci comuni è passata dal 6% nel 2000 al 31 % nel 2003.
Il cocktail di artemisina per ora è prodotto da aziende farmaceutiche cinesi, indiane e vietnamite, e via via che sono aumentati i produttori il costo è passato da 2 dollari per la cura completa di 12 pastiglie a 90 centesimi. Anche la svizzera Novartis ne produce una versione. L'artemisina ha il vantaggio (o lo svantaggio, dal punto di vista delle aziende farmaceutiche) che si tratta di una pianta e dunque non è brevettabile - non si può brevettare neppure il processo per estrarre il principio attivo, che è molto semplice. Le sostanze usate nei cocktail sono per lo più vecchie, ormai fuori brevetto. L'unico problema che la materia prima - l'albero di qinghaosu - scarseggia: finora lo coltivano solo Cina e Vietnam, e in progetti pilota India e Tanzania, ma per confezionare i 100 milioni di dosi chiesti dall'Oms bisognerà coltivarne di più.