Giorgio Bocca: Lo smemorato di Washington

31 Maggio 2004
La solidarietà imperiale è fatta di ricatti, di do ut des e di complicità profonde. Esempio: il modo in cui tutti i governi dell'impero americano cercano di coprirlo dalla terribile, ingiustificabile colpa della tortura.
La prima risibile copertura che tutti fingono di accettare per vera è: "Ma Bush non lo sapeva". In fatto di responsabilità imperiali scattano degli automatismi totali: se l'imperatore è morto, tutti gli accollano le loro colpe, se è ancora vivo con buone possibilità di rimanere sul trono, tutti lo assolvono.
Bush non sapeva? Ma non scherziamo! I Rumsfeld, i generali del Pentagono che oggi lo difendono hanno fatto a gara a chi lo teneva informato di come si combatteva contro gli Stati del male, gli Stati canaglia: nessuna esitazione democratica, nessuna esitazione. Per i ministri di Bush i nemici, i terroristi, erano degli indemoniati, tutti i professori di integralismo cristiano puritano davano quotidianamente lezioni di intransigenza e di durezza al loro pupillo ogni tanto colpito da incertezze buoniste.
Sapevano i servizi segreti che ogni giorno trasmettevano a Bush le loro relazioni che ormai la tortura faceva parte della guerra ufficiale, dichiarata. Tutto era ed è noto sul campo di tortura di Guantanamo: dal trasporto dei prigionieri drogati, legati, denudati, rivestiti in tute arancione, sottratti in pratica ai controlli internazionali, tenuti in gabbie di ferro sotto il sole dei Tropici o al freddo notturno della notte.
È un'empietà paragonare le torture americane a quelle hitleriane: le quantità di quelle naziste e la fabbrica della morte che le accompagnava sono inavvicinabili. Ma c'è qualcosa su cui gli americani sembrano peggiori dei nazisti: questi si vergognavano dei loro spaventosi crimini, li tenevano nascosti sino all'ultimo; gli americani invece li fotografano, li pubblicano sui loro giornali, ne discutono in Parlamento e qualcuno ci fa su anche del ridicolo.
Le soldatesse che nell'Iraq si divertivano a torturare i prigionieri non erano molto dissimili, quanto alla considerazione, della turpe storia del ministro della guerra Rumsfeld che dei campi di tortura diceva, con una battuta: "Certo non sono alberghi a cinque stelle".
La celebrazione hollywoodiana delle guerre americane ha accuratamente nascosto una pratica della tortura che ci fu nella guerra civile come nel genocidio indiano, un aspetto del maschilismo anglosassone "quando lo scontro si fa più forte tocca ai forti parteciparvi".
Bush è un forte dalla memoria corta: ha venduto i titoli di una sua compagnia petrolifera, la Harken, sapendo che stava per crollare in Borsa senza avvisare gli azionisti e quando gli è stato chiesto perché non lo avesse fatto, ha risposto: "Me ne sono dimenticato".
Ora ci si rende conto dell'importanza decisiva della propaganda: gli americani del '43, i liberatori, che salvarono l'Europa dalla notte nazista, erano forti, potenti, generosi, ma non erano uomini come Hollywood raccontava: avevano cancellato dalla faccia della terra due grandi città, arrostivano con i lanciafiamme gli ultimi giapponesi che resistevano. Facevano la guerra da duri, da discendenti di coloni duri e coraggiosi.
Siamo noi che ci siamo lasciati incantare dalla favola dei GM che arrivano per regalarci le Chesterfield e la democrazia. Ma non è buono, arrendevole, fermato da scrupoli democratici o filantropici il governo che ha accompagnato Bush in questa guerra senza senso e senza scrupoli: sono gli stessi che hanno teorizzato la guerra continua senza capire che neppure la superpotenza americana era in grado di occupare e conquistare il mondo intero.
Questa guerra preventiva non l'ha inventata Bush, ma nel presente solo lui e i suoi falchi dicono: "Noi facciamo le guerre, le vinciamo torniamo a casa e ne prepariamo un'altra". Era la regola di Cesare e di Alessandro, ma non dicevano di non sapere.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …